Il Fatto Quotidiano

Il vecchio Cesare: dittatore sì, però amato dal popolo

- » ORAZIO LICANDRO

Scacciò con le armi dal Foro il collega che si opponeva a una sua proposta agraria. Questi, essendosen­e lagnato il giorno dopo in Senato e non avendo trovato nessuno che osasse farsi relatore di un fatto così grave o che prendesse l’iniziativa di proporre una di quelle misure che, spesso, si erano adottate in disordini di minor conto, fu preso da tale scoramento che si chiuse in casa fino al termine del suo mandato, opponendos­i soltanto per editti. (…) Divise sen- za sorteggio, tra 20.000 cittadini aventi almeno 3 figli a carico, il Campo Stellato. (…) Abbuonò un terzo del debito agli appaltator­idelle imposte che chiedevano un condono (…). Sempre senza opposizion­e, elargì favori a tutti, a loro piacimento, e se qualcuno cercava di opporglisi, lo faceva desistere col terrore. Diede ordine al littore di cacciare dalla Curia e di mettere in prigione Marco Catone, perché gli aveva chiesto di giustifica­rsi. Ispirò tanta paura di false accuse a Lucullo, che gli resisteva coraggiosa­mente, che questi gli si buttò alle ginocchia, implorando perdono. Infine, per colpire in una sola volta tutti i suoi nemici, (assoldò un calunniato­re) spingendol­o con denaro a dichiarare che alcuni di loro gli avevano chiesto di assassinar­e Pompeo, e lo fece salire sulla tribuna a designare per suo nome, secondo le sue indicazion­i, i mandanti del delitto” (Svetonio, Vita di Cesare 20). Biografo arguto di Cesare, Svetonio ha consegnato un ritratto freddo e spietato di Cesare, dittatore amatissimo dal popolo, ma pur sempre dittatore, e soprattutt­o dei suoi metodi. A proposito di un movimento stellare e di regole, codici etici, partecipaz­ione democratic­a e garanzie nell’interesse del popolo.

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