“Ministri 5S prima del voto E non sarò io a sceglierli”
Il figlio del fondatore: “Partito-azienda? Il Movimento non è né una cosa, né l’altra”
Oggi a Ivrea c’è Sum #01, il convegno organizzato dall’Associazione Gianroberto Casaleggio per ricordare il co-fondatore del Movimento 5 Stelle a un anno dalla scomparsa. Il figlio Davide Casaleggio ha accettato di rispondere ad alcune delle domande poste dal Fatto Quotidiano. Perché avete scelto come tema “il futuro”?
“Sum #01 Capire il Futuro” ha questo tema per due motivi. Il futuro era uno degli argomenti preferiti di mio padre e con questo evento vogliamo costruire su questo pensiero. Il futuro è anche uno degli argomenti che non sono trattati dalla politica e che non entra nel dibattito pubblico. Le decisioni vengono prese pensando a un orizzonte temporale massimo di sei mesi e quasi sempre in ottica elettorale.
Che obiettivi ha il convegno?
“Sum #01 Capire il Futuro” ha proprio l’obiettivo di portare al centro del dibattito pubblico i temi del futuro del lavoro, della tecnologia, della scienza, dell’informazione, del potere e dell’uomo. Per le decisioni da prendere oggi, bisogna capire che cosa succederà domani. Per farlo abbiamo invitato all’Officina H dell’Olivetti a Ivrea scienziati, studiosi, magistrati, giornalisti, un astronauta, a raccontare la loro esperienza e a condividere la loro visione del futuro. Che cosa la distingue da suo padre Gianroberto Casaleggio, nel suo impegno per il Movimento 5 Stelle?
Mio padre ha co- fondato il Movimento 5 Stelle assieme a Beppe Grillo. È una figura insostituibile. Io continuo a offrire gratuitamente il mio supporto all’organizzazione del Movimento 5 Stelle tramite l’Associazione Rousseau. La piattaforma Rousseau sta funzionando?
Sta funzionando alla grande. Ora all’estero iniziano a capire la portata rivoluzionaria di quello che stiamo facendo con Rousseau. Venerdì ho partecipato a un incontro alla Luiss, organizzato dalla Stanford University, invitato dal professor Roberto D’Alimonte, durante il quale ci siamo confrontati con studiosi della democrazia diretta di tutto il mondo. Il Movimento 5 Stelle è un unicum mondiale: è nor- male che siano incuriositi. Su Rousseau abbiamo circa 140 mila iscritti certificati che partecipano attivamente alla scrittura e alla proposta delle leggi, alla stesura del programma e in autunno saranno chiamati a scegliere il nostro candidato premier. Su Lex Iscritti, che permette a tutti gli iscritti di proporre leggi da portare in Parlamento, da luglio a oggi sono state proposte, discusse e votate migliaia di proposte. Quattordici di queste hanno iniziato l’it er parlamentare. Non era mai accaduto e non sarebbe mai successo senza Rousseau. Qualche ricerca dice che l’80 per cento degli italiani si for-
Certo che siamo pronti per governare: la squadra sarà svelata prima delle elezioni Niente alleanze: puntiamo al 40%
ma un’opinione ancora con i media tradizionali, la tv, i giornali...
Internet non è ancora pienamente sviluppato in Italia. Questa è una lacuna da colma- re. Nel nostro programma c’è il diritto all’accesso gratuito alla Rete per cittadinanza. Sia per eliminare un deficit di qualità dell’informazione, sia per permettere alle nostre a- ziende di sfruttare pienamente le opportunità del web.
Ha detto di non sentirsi un leader politico.
Mi sento un cittadino a disposizione della collettività. Come migliaia di italiani che vogliono contribuire allo sviluppo del Paese. Non abbiamo bisogno di leader. Abbiamo bisogno di strumenti che consentano ai cittadini di partecipare alle decisioni. Matteo Renzi l’ha indicata come un “leader con cui dialogare”...
Ho già detto quello che penso dell’ex presidente del Consiglio: non è credibile chi promette di ritirarsi dalla politica se perde al referendum e poi non lo fa.
Lei sostiene che la democrazia occidentale è in crisi. Come pensate di dare un contributo al superamento di questa crisi epocale? Creando strumenti per la partecipazione diretta delle persone alla cosa pubblica. È quello che stiamo facendo con Rousseau. Dai nostri dati risulta che le persone hanno una voglia incredibile di partecipare, ma non ci sono gli strumenti che glielo consentono. Norberto Bobbio nel suo libro Il futuro della democrazia , nel 1984 scriveva: “Nessuno può immaginare uno Stato che possa essere governato attraverso il continuo