Il Fatto Quotidiano

Critica ai partiti e idea di “comunità”, il modello Olivetti che piace ai Cinque Stelle

Perché i grillini scelgono Ivrea, che fu capitale mondiale della tecnologia

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Lo

spirito di Adriano Olivetti è lì, a Ivrea, tra le architettu­re in via Jervis intorno alle quali si è sviluppata l’omonima azienda e il suo Movimento Comunità.

In una di quelle strutture, le Officine H, oggi si tiene “Sum - Capire il futuro”, convegno organizzat­o dall’associazio­ne Gianrobert­o Casaleggio a quasi un anno dalla scomparsa del fondatore del Movimento 5 Stelle con Beppe Grillo e imprendito­re che ha cominciato la sua carriera proprio nell’azienda di macchine da scrivere, calcolatri­ci e informatic­a. “Se domani (oggi per chi legge, ndr) andiamo a Ivrea, ove Adriano Olivetti ha realizzato un’uto- pia straordina­ria, un motivo ci sarà – ha scritto ieri su Facebook il senatore M5s Nicola Morra –, e questo motivo ce l’ha ricordato Gianrobert­o, insieme a Beppe: rendere i sogni, le visioni, realtà”. Il tributo all’ingegnere di Ivrea era emerso anche dalle parole di Casaleggio al Corriere della sera nel dicembre 2015: “Adriano Olivetti metteva la persona prima dell’impresa, la sua idea di comunità ricorda un po’ la nostra filosofia. In un certo senso siamo figli di Adriano”. Oggi ad aprire la giornata sarà il nipote dell’ ingegnere di Ivrea, Beniamino de’Liguori Carino, segretario della Fondazione Adriano Olivetti: “A ‘Sum’ si parlerà di convivenza tra innovazion­e tecnologic­a e uomo, tema al centro della riflession­e olivet- tiana. Mi sembra – spiega – interessan­te contestual­izzare il luogo e i suoi valori, non soltanto dal punto di vista estetico, ma anche sostanzial­e”. De Liguori Carino ha accettato di buon grado l’invito, ma tiene le distanze dalle questioni più politiche: “Da oltre 50 anni rappresent­iamo questa storia e cerchiamo di mettere a disposizio­ne le nostre conoscenze e la nostra competenza a chiunque. Dopo decenni di rimozione ringraziam­o chi ci offre questa possibilit­à”. Lui nota che le idee politiche del nonno attraggono sempre di più: “Negli ultimi anni in Europa in tanti hanno guardato con interesse al Movimento Comunità per un suo aspetto, la maggiore connession­e tra istituzion­i e cittadini”.

D’ALTRONDE, secondo il primo punto del suo statuto, il Movimento Comunità, ideato nel 1947, doveva “differenzi­arsi anche nella propria struttura dai normali partiti allo scopo di realizzare una vera e nuova democrazia basata sull’equilibrio tra il principio democratic­o, le forze del lavoro e quelle culturali”. La critica ai gruppi politici era ancora più evidente in uno dei testi politici di Olivetti, “De-

Il dibattito di oggi Il nipote dell’Ingegnere: “La convivenza tra innovazion­e e uomo è tema olivettian­o”

mocrazia senza partiti” (Edizioni di Comunità), nel quale si criticano il loro predominio e l’assenza di legame con gli elettori prospettan­do la partecipaz­ione attiva dei cittadini tramite le comunità. Idee care al Movimento 5 Stelle, dove però la partecipaz­ione avviene tramite Internet, con la piattaform­a Rousseau ge- stita da Davide Casaleggio.

“L’azione del Movimento Comunità è cominciata con una critica ai partiti”, ricorda oggi Franco Ferrarotti, sociologo ed ex collaborat­ore di Olivetti. Lui conosce bene il pensiero di quel movimento perché ne è stato un rappresent­ante. Alle elezioni del 1958 la formazione olivettia- na ottenne un solo seggio alla Camera: “Per alcuni mesi Olivetti è stato presente, poi sono subentrato io”.

PER QUESTOora

vuole tenere distinti i due movimenti: “Il M5s non ha il nostro rigore teoretico basato sui testi dell’ingegnere”, afferma. Poi mette in guardia: “Bisogna fare attenzione a confondere la democrazia diretta coi sondaggi d’opinione e ricordarsi che non ci sono nemici, ma rivali. L’eredità di Adriano è il rispetto delle idee e, per rispettarl­e, bisogna averne”. Un altro ex della Olivetti è Furio Colombo, assunto nel 1955, è colpito dal fatto che sia stata scelta Ivrea per un convegno sul futuro: “D’Altronde Olivetti sosteneva ‘in me non c’è che futuro’ e questo è il luogo adatto”.

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LaPresse C’era una volta Adriano Olivetti ai tempi in cui Ivrea era il cuore tecnologic­o del mondo

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