Liofredi, il M5S e il troppo caos che governa (male) sulla Rai
Non c’è un’idea comune di servizio pubblico televisivo, così gli eventi in Rai – per mano dei dirigenti o dei partiti – accadono sospinti da una pericolosa confusione. Ogni tanto riaffiora l’ ipotesi di una sostituzione di Massimo Liofredi, direttore di Rai Ragazzi, la struttura che gestisce i canali Rai Yoyo e Rai Gulp. Liofredi, chi era costui? Ex capo di Rai2, il nome era citatissimo durante i rapporti a dir poco tesi fra il governo di Silvio Berlusconi e Michele Santoro per le puntate di Annozero. Liofredi ha lasciato Rai2 sopra al dieci per cento di share, poi l’hanno spedito a Rai Ragazzi e ha raddoppiato gli ascolti in breve tempo. Perché l’azienda vuole rimuovere Liofredi?
Qualche giorno fa, in commissione di Vigilanza, il gruppo del M5S ha presentato un emendamento al documento di convenzione fra la Raie lo Stato. Ha firmato pure Roberto Fico, il presidente della Vigilanza, e riguarda gli spot. Per la legge, l’azienda deve rispettare il limite orario del 4 per cento – in una settimana – che viene calcolato con la media fra l’affollamento pubblicitario nei 13 canali. I Cinque Stelle chiedono di applicare il limite a “ciascun canale”. L’ammiraglia Rai1 – dove l’azienda vende più spot perché gli inserzionisti pagano di più – sarebbe costretta a rinunciare a milioni di pubblicità. Questa novità sarebbe accolta con tripudio dai concorrenti di Viale Mazzini, soprattutto da Mediaset. I Cinque Stelle sono animati da buone intenzioni, immaginano una Rai con un unico canale zeppo di spot e il resto conforme a un vero servizio pubblico. Ma se muovi un pezzo, devi valutare le conseguenze. Per esempio, Matteo Renzi ha suggerito a Viale Mazzini di eliminare la pubblicità da Rai Yoyo, il canale dei bambini più piccoli. Sacrosanto. All’ improvviso, gli introiti di Ra i Ragazzi sono passati da 17 a 10 milioni di euro, e come ha rimediato l’azienda? Semplice, non l’ha fatto.