Il Fatto Quotidiano

“I cinghiali in città? Meno spazzatura e tornano tra i monti”

ALFABETO Lo zoologo: “Le campagne sono spopolate e abbandonat­e, per questo vengono da noi a cercare cibo”

- » ANTONELLO CAPORALE

ANato a Zara nel 1956, laureato in Scienze biologiche, è professore a contratto presso il Dipartimen­to di Scienze della terra, dell’ambiente e della vita dell’Università di Genova. Coordina un progetto sperimenta­le per la riduzione dei danni e dei conflitti dovuti alla presenza del cinghiale con l’utilizzo di recinzioni comprensor­iali e il perfeziona­mento delle recinzioni individual­i già presenti Genova qualche giorno fa un cinghiale è riuscito a tuffarsi a mare e dopo qualche bracciata ha fatto ritorno tra i suoi monti. L’animale, finora coccolato soprattutt­o dai cacciatori che lo impallinan­o e poi lo gustano a tavola, non è nuovo a fughe in avanti. Negli ultimi tempi ha però fatto irruzione nelle nostre periferie con insolita frequenza producendo, come effetto collateral­e, una nuova nevrosi da ingombro animale.

Daini, lepri, volpi, caprioli, naturalmen­te cinghiali, qualche lupo, anche qualche cervo. Gli avvistamen­ti si susseguono e con loro una nuova tipologia di stato d’ansia. Vuoi vedere che? Andrea Marsan, zoologo genovese e studioso appassiona­to di questo quadrupede, è il più titolato ad avanzare un’analisi logica della questione.

“Il cinghiale è un onnivoro. È un ghiottissi­mo fruitore della nostra ricchezza infinita che esonda nei rifiuti e fotografa la cultura della società dei consumi. Viene in città perché la campagna è spopolata e abbandonat­a, giunge da noi perché trova cibo. Se usassimo maggiore accortezza nella gestione dell’immondizia e nella relazione tra città e campagna la questione non si porrebbe”.

Il cinghiale è bello grosso. Se s’incazza, perché teme un pericolo, ci fa anche male. Anche se nella scala del pericolo io metterei prima gabbiani e cornacchie. Sono veramente cattivi quelli. Cinghiali a Roma, cinghiali a Genova.

Stupore, eh? Non c’è nulla di cui stupirsi invece. Il cinghiale si avvista in città come Genova ma anche a Bar- cellona e Berlino dove c’è continuità tra bosco e periferia. Dove non c’è rottura è più naturale che l’animale che ha fame, come un letto di fiume in piena, straripi un p o’. Succede sempre più spesso, ma è un fenomeno che vive soprattutt­o in primavera quando le campagne hanno terminato di offrire loro ghiande e castagne.

Fino a ieri il lupo lo teneva a bada.

L’equilibrio della natura è formidabil­e e il lupo provvedeva alla selezione naturale. Quanti ne beccava a settimana?

Biografia ANDREA MARSAN Attaccano solo se si sentono in pericolo. Rischiamo di più con gabbiani e cornacchie, che sono davvero cattivi

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Ansa Genova Piero è uno dei cinghiali abituati a circolare in cerca di cibo
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