“I cinghiali in città? Meno spazzatura e tornano tra i monti”
ALFABETO Lo zoologo: “Le campagne sono spopolate e abbandonate, per questo vengono da noi a cercare cibo”
ANato a Zara nel 1956, laureato in Scienze biologiche, è professore a contratto presso il Dipartimento di Scienze della terra, dell’ambiente e della vita dell’Università di Genova. Coordina un progetto sperimentale per la riduzione dei danni e dei conflitti dovuti alla presenza del cinghiale con l’utilizzo di recinzioni comprensoriali e il perfezionamento delle recinzioni individuali già presenti Genova qualche giorno fa un cinghiale è riuscito a tuffarsi a mare e dopo qualche bracciata ha fatto ritorno tra i suoi monti. L’animale, finora coccolato soprattutto dai cacciatori che lo impallinano e poi lo gustano a tavola, non è nuovo a fughe in avanti. Negli ultimi tempi ha però fatto irruzione nelle nostre periferie con insolita frequenza producendo, come effetto collaterale, una nuova nevrosi da ingombro animale.
Daini, lepri, volpi, caprioli, naturalmente cinghiali, qualche lupo, anche qualche cervo. Gli avvistamenti si susseguono e con loro una nuova tipologia di stato d’ansia. Vuoi vedere che? Andrea Marsan, zoologo genovese e studioso appassionato di questo quadrupede, è il più titolato ad avanzare un’analisi logica della questione.
“Il cinghiale è un onnivoro. È un ghiottissimo fruitore della nostra ricchezza infinita che esonda nei rifiuti e fotografa la cultura della società dei consumi. Viene in città perché la campagna è spopolata e abbandonata, giunge da noi perché trova cibo. Se usassimo maggiore accortezza nella gestione dell’immondizia e nella relazione tra città e campagna la questione non si porrebbe”.
Il cinghiale è bello grosso. Se s’incazza, perché teme un pericolo, ci fa anche male. Anche se nella scala del pericolo io metterei prima gabbiani e cornacchie. Sono veramente cattivi quelli. Cinghiali a Roma, cinghiali a Genova.
Stupore, eh? Non c’è nulla di cui stupirsi invece. Il cinghiale si avvista in città come Genova ma anche a Bar- cellona e Berlino dove c’è continuità tra bosco e periferia. Dove non c’è rottura è più naturale che l’animale che ha fame, come un letto di fiume in piena, straripi un p o’. Succede sempre più spesso, ma è un fenomeno che vive soprattutto in primavera quando le campagne hanno terminato di offrire loro ghiande e castagne.
Fino a ieri il lupo lo teneva a bada.
L’equilibrio della natura è formidabile e il lupo provvedeva alla selezione naturale. Quanti ne beccava a settimana?
Biografia ANDREA MARSAN Attaccano solo se si sentono in pericolo. Rischiamo di più con gabbiani e cornacchie, che sono davvero cattivi