Scuole costruite dalla ’ndrangheta: abusive e a rischio per 800 studenti
Arrestati in 15, tra gli indagati il collaudatore Salvatore Calabrese, padre del sindaco
ALOCRI LA ‘NDRANGHETA ha costruito nel 2005 due scuole superiori “totalmente abusive”. Per il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho da dodici anni in pericolo c’era “la sicurezza e l’incolumità di 800 studenti” che ieri mattina hanno trovato i carabinieri davanti all’Istituto d’arte “Panetta” e l’Istituto professionale statale per l’industria e l’agricoltura: entrambi gli edifici sono stati sequestrati.
Secondo i magistrati della Dda, quelle due scuole non dovevano esistere. Con l’operazione “Euro Scuola”, il pm Antonio De Bernardo e i carabinieri hanno scoperto come la ‘ ndrangheta, nella Locride, riesca ad alzare palazzi a tre piani senza un documento in mano e senza che un solo agente della polizia municipale preposto al controllo se ne accorga.
Nella documentazione delle opere, infatti, manca il permesso per costruire, non c’è stato alcun collaudo o certificato di agibilità. Per non parlare delle gravi difformità tra i calcoli statici, dei certificati delle prove sui materiali di calcestruzzo e dell’assenza di certificati di prevenzione incendi, obbligatori per i locali che devono ospitare un grande numero di studenti. “Lo stato attuale dell’edificio – scrive il gip – è difforme rispetto alla normativa urbanistica e a quella vigente per le costruzioni in zone sismiche, per cui oggi l’opera è insanabile”. Eppure, per quelle scuole, la Provincia di Reggio Calabria prima pagava 130 mila euro l’anno d’affitto ai proprietari e poi ha deciso di acquistare gli immobili, al prezzo di 12 milioni di euro, da soggetti ritenuti vicini alla cosca Cordì.
Oltre al sequestro dei due edifici, il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 15 persone. In carcere è finito l’imprenditore Pietro Circosta. Per quattro indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, e tra questi anche l’ex consigliere provinciale Luca Maio, un avvocato penalista che, secondo il gip, ha messo “a disposizione la sua professionalità, per perseguire senza pudore alcuno, interessi illeciti in danno della cosa pubblica e a vantaggio di una cosca di ‘ndrangheta”. Per i magistrati, infatti, è stato lui (“socio di fatto” nell’affare delle scuole) a interessarsi “a entrambi gli iter amministrativi”. Il gip Nicolò Marino, inoltre, ha disposto l’obbligo di dimora per gli altri dieci indagati tra cui alcuni funzionari del Comune e della Provincia e per l’ingegnere Salvatore Calabrese, padre dell’attuale sindaco di Locri, e collaudatore dell’edificio che ospita l’Istituto d’Arte.
“Le indagini – ha affermato il procuratore De Raho durante la conferenza stampa – sono partite dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, Domenico Oppedisano che, nel maggio del 2014, ha riferito dell’interesse dei Cordì su un istituto scolastico di Locri, il Panetta. Abbiamo rilevato che c’era un’altra scuola, l’istituto professionale, costruito dalla stessa società e che registrava, anche questo, diverse irregolarità. Le due scuole erano state costruite in zone dove non potevano essere ubicate”. Il destino degli 800 studenti sarà noto solo dopo la pausa pasquale, se gli accertamenti confermeranno il rischio dovranno proseguire l’anno scolastico altrove.