Trattativa, in aula Salvo Andò: “Borsellino era minacciato, glielo dissi e ne fu impressionato”
▶DI QUELLA MINACCIA DI MORTE che lui stesso per primo rivelò a Paolo Borsellino, incontrandolo a Fiumi cino a fine giugno 1992, l’ex ministro della Difesa Salvo Andò parlò personalmente con l’allora capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro nel corso di un incontro avvenuto “probabilmente prima della strage di via D’Amelio”, alla presenza del capo della polizia Vincenzo Parisi. È la conferma, secondo i pm del pool Trattativa Stato-mafia, che all’indomani di
Capaci l’escalation stragista fu gestita direttamente dall’asse
Scalfaro-Parisi anche in contesti riservati e spesso in assenza di un adeguato dibattito istituzionale.
Citato al processo Trattativa nell’aula bunker di Palermo, ieri il catanese Andò ha raccontato che fu lo stesso Parisi a informarlo dell’esistenza di un rapporto investigativo che riportava le minacce di morte rivolte a lui e a Borsellino, mah a aggiunto che dell’ intimidazione non parlò mai né in ambito governativo, né parlamentare, né giudiziario. “Parisi – ha detto Andò – mi comunicò che ero a rischio e mi consigliò di non partecipare a iniziative pubbliche. Io tenni un profilo riservato e di questa vicenda parlai con Scalfaro, alla presenza dello stesso Parisi. I due erano molto legati”. Andò ha poi ricostruito l’incontro a Fiumicino nel quale rivelò le minacce a Borsellino che ancora non sapeva nulla: “Restò impressionato – ha rievocato Andò –, ho capito subito che non ne era a conoscenza”.
In aula ieri anche l’ex ministro democristiano Virginio Rognoni, predecessore di Andò alla Difesa, 93 anni. L’ex politico ha detto di non aver mai sentito parlare di una “Trattativa Stato-mafia”. E sulle revoche dei 41 bis, decise a fine 1993 dal guardasigilli GiovanniConso, Rognoni ha detto: “Ricordo questo provvedimento di allentamento… ma la stima che avevo perConso mi dispensava dalla critica”.