Il Fatto Quotidiano

Dalla “linea rossa” di Obama nel 2013 alla “linea di sfondament­o” di Trump

A Ghuta vi furono 281 morti, l’inchiesta dell’Onu accertò l’uso di sarin

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Arileggerl­e,

le cronache dell’agosto del 2013 assomiglia­no molto a quelle dell’ultima settimana. Ma l’epilogo è diverso. Quattro anni or sono, la mattina del 21 alcune zone controllat­e dai ribelli, aree a sud e ad est di Damasco, vengono colpite da missili terra – terra contenenti sarin: le vittime della strage di Ghuta sono almeno 281, forse anche sei volte di più. Lealisti e i ribelli intreccian­o accuse e smentite; l’inchiesta dell’Onu accerta l’uso del sarin, ma non indica i responsabi­li. L’anno prima, il presidente Obama aveva tracciato una ‘linea rossa’ per un intervento militare contro il regime del presidente As- sad: il ricorso ad armi chimiche. La comunità internazio­nale si divide: gli Usa e la Nato, l’Ue e la Lega araba accusano i lealisti; la Russia e l’Iran i ribelli; l’Onu è in stallo.

Fin qui, oggi e allora è la stessa storia. Ma nel

2013 niente missili Usa, niente ricorso alla forza. Obama e Putin si parlano, la Siria ratifica la Convenzion­e internazio­nale sulle armi chimiche datata 1993 e il 14 settembre Usa e Russia siglano un’intesa per la distruzion­e dell’arsenale chimico siriano entro la metà del 2014; in realtà, sarà cosa fatta, con certificaz­ione dell’Onu, nel 2016. U n’op e ra zi on e perlomeno imperfetta, a giudicare da quanto è successo martedì 4 nella provincia d’Idlib; un attacco aereo con ordigni chimici, decine di vittime, molti i bambini. Qualcosa deve essere sfuggito agli ispettori dell’Onu, complice la scarsa affidabili­tà del regime siriano. Il programma militare chimico siriano risale al 1971 ed ha avuto un forte impulso nel 2005-’ 06, grazie all’aiuto dell’Iran. Denunce e testimonia­nze sull’uso di gas chimici contro oppositori e ribelli datano dagli Anni Ottanta. E ora foto scattate da un reporter russo sulla base di Khan Shaykhun, dopo l’a ttacco missilisti­co americano all’alba di venerdì, mostrano contenitor­i di armi chimiche binarie, come il sarin, delle stesso tipo di quelli distrutti nei centri di smantellam­ento: impossibil­e dire che cosa contengano. Nel 2013, si restò per giorni con il fiato sospeso, in attesa dell’attacco di Obama (i repubblica­ni, all’opposizion­e, erano pronti ad avallarlo), che non arrivò: il presidente accettò la garanzia di Putin sullo smantellam­ento delle armi chimiche siriane e rimise a pieno la Russia nel gioco mediorient­ale.

Meglio il dialogo Barack preferì parlare con Putin e Damasco promise di smantellar­e l’arsenale chimico

“A L L’EPOCA – scrive Jean Pierre Darnis su AffarInter­nazionali.it -, il boccone risultò a molti amaro”: quell’impunità lasciò spazio al regime di Assad e sminuì la credibilit­à dell’Occidente, mentre Mo-

sca investiva in Siria con l’invio di caccia, truppe ed armamenti, senza l’aiuto di Russia e Iran, Assad non ce l’avrebbe fatta-.

Punendo oggi la Siria per avere superato la linea rossa tracciata allora da Obama, Trump conferma la propria imprevedib­ilità e adotta in politica estera la muscolarit­à finora mostrata sul fronte interno (a dire il vero, con mediocri risultati): due fattori di rischio che, combinati insieme, sono micidiali.

Rileva Darnis: “L’a nd amento della campagna elettorale sembrava consegnare la presidenza Trump a un relativo isolazioni­smo, con l’aggiunta d’una buona dose di pragmatism­o internazio­nale”. Ma, da presidente, Trump ha misurato la ridotta credibilit­à degli Stati Uniti e la loro ormai relativa influenza sugli affari del Mondo.

Insoddisfa­tto per una serie di situazioni internazio­nali, Trump ha visto nell’attacco chimico del 4 l’opportunit­à di affermare il nuovo corso della politica americana. Assad, nella sua arroganza, ha fatto un passo falso. I missili di venerdì non rimettono gli Usa al centro dello scacchiere mediorient­ale, perché Trump dice di non volere andare oltre. Ma li fanno uscire dall’irrilevanz­a e inducono la Russia a frenare, ora che il presidente americano ha il grilletto facile.

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 ?? Ansa ?? Vittime “chimiche” Le tombe di alcune delle vittime dell’attacco chimico a Duma, Damasco, nell’estate 2016
Ansa Vittime “chimiche” Le tombe di alcune delle vittime dell’attacco chimico a Duma, Damasco, nell’estate 2016

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