Il Fatto Quotidiano

LASCHEDA

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te. Ed era stato sempre Maher, nel 2004, a ordinare ai suoi soldati la strage di Al Qamishli dove una rivolta curda venne soffocata nel sangue, così come il massacro nella prigione di Sednaya del 2008, quando la Quarta divisione fece irruzione uccidendo centinaia di detenuti.

DA QUARANT’ANNI insomma il destino della Siria è nelle mani, anzi nel pugno di ferro degli Assad grazie anche al potere smisurato offerto ai servizi segreti per renderli fedeli: “In Siria ci sono più agenti dei servizi segreti che siriani”, sintetizza un detto popolare. Bashar e Maher hanno amplificat­o l’abitudine del padre: repre ssione sempre e comunque. Prima che s co p pi a ss e la rivolta popolare nel 2011, le carceri siriane ( una delle più dure si trovava a Palmira) erano zeppe di oppositori politici e semplici cittadini che loro malgrado erano stati prelevati dagli shabia, i fantasmi, cioè uomini semplici assoldati dal regime per terrorizza­re la gente. Tutto questo avveniva mentre l'immagine di Bashar a livello internazio­nale era assurta a modello di “autocrate illu-

Una dinastia

Figlio di Hafez e poco interessat­o alla politica, Bashar Assad studia oftalmolog­ia a Londra. Il fratello Basil - designato alla succession­e - però muore in un incidente d’auto nel ‘94 ed allora è lui ad essere scelto per la presidenza, che arriva nel 2000 alla morte dell’anziano genitore che gli preferisce l’ingestibil­e altro fratello Maher. Musulmano laico del gruppo religioso minoritari­o degli Alawiti, Bashar è malvisto da una parte di credo sunnita del Paese ma anche dagli ambienti legati ai Fratelli musulmani. Nella prima metà del 2011, a seguito della cosiddetta Primavera Araba, anche la Siria è stata coinvolta in manifestaz­ioni contro il governo di Bashar per spingerlo alle dimissioni minato” grazie al silenziame­nto dell'opposizion­e e alla postura laica e all'occidental­e della bionda moglie londinese Ashma, figlia di un cardiologo siriano espatriato nella capitale britannica. Ashma, madre dei figli di Bashar, ha ricevuto anche la laurea ad honorem in arte da un'università italiana per il suo impegno a favore della protezione del patrimonio artistico monumental­e siriano. Con il senno di poi, mai titolo fu mal riposto. Un ennesimo episodio che mostra il clima di paranoia, sospetti incrociati e brama di potere in cui da sempre vive la famiglia, è la morte di Assef Shawkat. Era il marito di Bushra, l’unica sorella di Bashar, colui che stava per essere ucciso da Maher, diventato capo dell’in te ll ig en ce militare dopo aver diretto con lo zio Rifa’at la Compagnia di Difesa paramilita­re, responsabi­le del massacro di Hama del 1982.

BASHAR AL ASSAD

Perché mi sono specializz­ato in oculistica? Non si lavora quasi mai e c’è poco spargiment­o di sangue

SECONDO l’ex generale dell’esercito Manaf Tlass, riparato anche lui a Parigi e scampato a un pacco bomba, l’attentato dinamitard­o contro il palazzo dei Servizi a Damasco nel 2012, che costò la vita a Shawkat, non fu opera dei ribelli ma di Bashar e Maher che temevano una cospirazio­ne del cognato favorevole a instaurare un dialogo con le fazioni ribelli moderate. Insomma, con il tem- po anche Bashar ha imparato a essere violento, non solo a parole. Durante un incontro avvenuto nel 2004 con l'allora primo ministro libanese Rafik Hariri, Bashar pare lo avesse addirittur­a colpito con un pugno dopo averlo insultato e promesso che avrebbe distrutto il Libano se non avesse dato il suo voto favorevole all'estensione del mandato presidenzi­ale al presidente libanese filo siriano Emile Lahoud. Hariri e la sua scorta vennero assassinat­i a Beirut da un auto bomba pochi mesi dopo, nel 2005, mentre Lahoud rimase in carica fino 2007. Sono lontani i tempi in cui al Assad spiegava così la decisione di specializz­arsi in oculistica: “Non si lavora quasi mai in emergenza e c'è poco spargiment­o di sangue”.

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