Nozze a 14 anni Rashida riesce a scappare dall’orrore
ARashida l’idea di sposarsi a 14 anni con un 25enne mai visto e scelto dalla sua famiglia non piaceva. A salvarla dal fidanzamento è stata la compagna di classe a cui si era confidata: un mese fa le ha dato il telefonino e Rashida, nome di fantasia di questa ragazza egiziana arrivata in Italia nel 2010, ha contattato il 114, Emergenza Infanzia, e ha raccontato che tre giorni dopo a Torino si sarebbe fidanzata ufficialmente con un suo connazionale scelto da madre e zio, fratello del padre deceduto pochi mesi fa. Dal 114 la questione è arrivata al commissariato di polizia di Barriera di Milano, quartiere multietnico.
GLI AGENTIhanno trovato la scuola superiore dove la giovane studia e, insieme alla preside, hanno ascoltato il suo racconto: la decisione dei familiari non le piaceva, non le piaceva l’idea di sposarsi con quello sconosciuto, né l’idea di lasciare la scuola perché al suo mantenimento ci avrebbe pensato il futuro marito in Egitto, dove sarebbe dovuta tornare. Qualche giorno prima Rashida si era tagliata i polsi. La madre, 39enne che parla ben poco italiano, nega: “Mia figlia non ha mai tentato il suicidio. Il matrimonio si sarebbe celebrato soltanto al termine degli studi. Mia figlia era felice e consenziente”. La polizia però ha riscontrato un dato: “La ragazza aveva dei segni ai polsi”, precisa il vicequestore Alice Rolando. Vista l’urgenza il tribunale dei minori ha subito affidato Rashida a una comunità. Intanto la procura di Torino ha aperto un’inchiesta per individuare eventuali reati commessi. Per gli investigatori è necessario trovare il “promesso sposo” di cui si sono perse le tracce. La religione c’entrerebbe poco: “Nelle zone rurali dell’Egitto è un’usanza che resiste – spiega Dionigi Tibone, pm titolare dell’indagine – È legato a una questione culturale e sociale, non religiosa”. A Torino questo non è il primo caso che lo dimostra.