Entusiasmo e rigetto faccia bifronte delle vicende umane
Oggi inizia la Settimana santa, tempo liturgico nel quale la Chiesa fa memoria della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Questi giorni ripropongono gli eventi nei quali si è manifestato compiutamente il suo amore, non a parole ma con il dono della sua stessa vita. La liturgia ripercorre un itinerario di abbassamento e di annientamento del Figlio di Dio che ha accettato di patire e morire per l’umanità al fine di riconciliarla con Dio.
QUESTA CONSIDERAZIONE fa comprendere perché le diverse sequenze che scandiscono la conclusione della vita terrena del Maestro oscillano tra apoteosi e fallimento, gloria e squallore, giubilo e angoscia, acclamazione e condanna, calore umano ed emarginazione. E la liturgia della Domenica delle Palme, che si celebra oggi, è emblematica a tale riguardo. Infatti si compone di due parti ben distinte, ma bene armonizzate tra loro. La prima commemora l’ingresso osannato di Gesù in Gerusalemme nel racconto del Vangelo di Matteo (21,1-11), riproposto nella benedizione di palme e rami di ulivo e nella processione che acclama il Redentore. La seconda parte offre la narrazione dettagliata della passione, tratta ancora dal Vangelo di Matteo (26,14-27,66), e mostra quanto effimero fosse il plauso della folla, divenuto rapidamente urlo di condanna. L’ambivalenza di questo rito turba alquanto perché dà una rappresentazione suggestivamente incisiva ed esemplare di tanti momenti dell’esistenza umana. Un’interpretazione sor- prendente di questa dinamica si legge nei versi manzoniani che sintetizzano la vicenda umana di Napoleone: “tutto ei provò: la gloria/ maggior dopo il periglio,/ la fuga e la vittoria,/ la reggia e il tristo esiglio;/ due volte nella polvere, due volte sull’altar”.
Volendo sottolineare qualche passaggio espressivo del primo racconto, risalta subito il contrasto stridente tra l’atteggiamento di Gesù e l’euforia della folla. Egli entra in Gerusalemme sul dorso di un’asina, adornata con i mantelli dei discepoli e dà compimento a quanto scritto dal profeta Zaccaria (9,9), senza atteggiamenti trionfalistici. La folla, invece, si scatena in un tripudio acclamante al punto che “tutta la città fu presa da agitaz io n e ” ( 21,10). Il contrasto tra i due stati d’animo è stridente e rimarca il distacco con cui Gesù accetta di essere accolto festosamente come il profeta di Nazaret, ben consapevole della mutevolezza dell’esaltazione popolare. Egli non pronunzia alcuna parola di commento, né si lascia travolgere dall’eccitazione plaudente, almeno in questo testo. La folla, invece, spettacolarizza l’evento e si compiace; per essa ogni occasione è buona per evadere dalla monotonia della quotidianità. Gli eventi di qualche giorno dopo dimostreranno che la tiepidezza di Gesù era ben giustificata, dato che quella stessa folla, nei medesimi luoghi, dimentica dell’osanna griderà il crucifige. Bell’insegnamento per chi conta solo sul favore della piazza.
NEL RACCONTO della passione Gesù cambia volto e assume i connotati del protagonista che non subisce passivamente l’andamento dei diversi passaggi. Se nell’ingresso permette che gli si tributino onori e gloria, nella passione egli tiene testa alla congiura ordita contro di lui, si difende e stigmatizza la spavalderia di chi ha temuto di agire alla luce del sole per coprire nelle tenebre della notte le proprie trame inique. Egli affronta da solo la sfida decisiva con i suoi nemici e, pur risultando perdente nel giudizio sugli accadimenti, si erge vittorioso dall’alto della croce, come riconosce il centurione romano, comandante del drappello che aveva eseguito la sentenza di morte: “Davvero costui era Figlio di Dio!” (27,54).
Allo spessore effimero dell’esaltazione di massa si contrappone la statura del profeta solitario, che sopravanza smisuratamente quanti temono di confrontarsi con lui perché tanto diverso da loro. Ne sanno qualcosa i profeti di ogni tempo, riservati e schivi.
LE PALME Gesù accetta di essere accolto festosamente come il profeta di Nazaret, conscio della mutevolezza dell’esaltazione popolare