Il Fatto Quotidiano

L’Unesco taglia fuori Israele da Gerusalemm­e L’Italia stavolta dice No

Il testo approvato con 22 voti e 23 astenuti: ogni decisione di Tel Aviv sarà “priva di valore”

- » ROBERTA ZUNINI

Questa

volta l’Italia ha detto ‘no’ alla nuova risoluzion­e dell'Unesco sullo status dei luoghi di culto a Gerusalemm­e.

Ma il documento è passato comunque grazie ai voti favorevoli e all'astensione di molte nazioni. Il testo è stato approvato grazie a 22 voti a favore e 23 astensioni. Tra i dieci che si sono opposti, oltre all’Italia, ci sono gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Grecia, Ucraina, Togo, Lituania, Paesi Bassi e Germania. Tra gli astenuti ci sono la Francia, Spagna e India.

Nella risoluzion­e viene criticato il governo israeliano per aver permesso ad alcune organizzaz­ioni di coloni ebrei di insediarsi nella Città Vecchia di Gerusalemm­e che si trova nella zona est. Vale a dire la parte della Città Santa considerat­a dal diritto internazio­nale zona occupata nonché capitale di un eventuale Stato di Palestina.

NELL'OTTOBRE scorso, una risoluzion­e ben più restrittiv­a nei confronti di Israele era stata approvata anche a causa dell'astensione dell'Italia allora guidata da Renzi mentre l'attuale premier Gentiloni era ministro degli Esteri. Renzi reagì alla notizia dell'astensione dell'Italia con rabbia, promettend­o di riparare all'errore commesso dal titolare della Farnesina. Il nuovo ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha invece agito nel modo opposto al suo predecesso­re, nonostante la nuova risolu- zione sia meno dura verso Israele. Sette mesi fa nel testo veniva negato di fatto il legame storico tra il popolo ebraico e Gerusalemm­e, una presa di posizione assurda e inaccettab­ile non foss'altro ché la religione cristiana e islamica – che hanno a Gerusalemm­e la propria culla – sono nate successiva­mente, da una costola della Bibbia. Così i loro luoghi di culto. Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazio­ne Internazio­nale Angelino Alfano ha spiegato le motivazion­i del voto contrario: “Ho dato precise istruzioni di voto al rappresent­ante permanente dell’Italia presso l’Unesco: votare ‘no’ contro l’ennesima risoluzion­e politicizz­ata su Gerusalemm­e, tra l’altro nel giorno di una importante festa nazionale israeliana. La nostra opinione è molto chiara: l’Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi”.

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Ansa La spianata delle moschee

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