Le Pen: “Da ministro facevi danni” Macron: “Da te nessuna proposta”
Due ore di assalti frontali nel faccia-a-faccia televisivo
Emmanuel Macron e Marine Le Pen faccia a faccia in diretta tv: il duello di ieri sera tra i due candidati all’Eliseo, a quattro giorni dal ballottaggio, è già stato definito storico. Era la prima volta che un candidato dell’estrema destra vi partecipava. Nel 2002 Chirac aveva rifiutato di confrontarsi in tv col padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, classificatosi al ballottaggio nella sorpresa generale. Per Marine Le Pen il solo fatto di essere in tv è una rivincita sul 2002. Era anche la prima volta che, dopo l’eliminazione al primo turno dei candidati del Partito socialista e del partito della destra gollista, Les Républicains, nessuno dei due finalisti a confronto rientrava nella tradizionale opposizione ga uche-droite.
È l’ultimo rettilineo di una campagna elettorale piena di sorprese. Domenica i francesi dovranno scegliere il successore di Hollande tra l’esponente dell’ultradestra e il candidato di En Marche!, che non si dice né di destra né di sinistra. Due figure opposte tanto nel programma – europeista e liberale quello di lui, protezionista e euroscettico quello di lei – che nello stile – lui fin troppo pedagogico da sembrare prolisso, lei fin troppo irruenta da diventare aggressiva.
L’ULTIMO SONDAGGIOIpsos dà Macron vincente col 59% contro 41% per Le Pen. Nello studio di La Plaine Saint Denis, poco fuori Parigi, tutto era regolato nel dettaglio, finanche la temperatura, tenuta costante a 19 gradi. Macron e Le Pen hanno rifiutato di dibattere in piedi, all’“amer icana ”. Erano dunque seduti l’uno di fronte all’altro, entrambi in giacca blu, separati da un tavolo di due metri e mezzo, con un’immagine sfocata del palazzo presidenziale sullo sfondo e 14 telecamere puntate addosso.
Ogni gesto è stato scrutato per due ore e mezza. Dodici i temi sul tavolo, economia, sicurezza, immigrazione, Europa, lavoro. Due i giornalisti ridotti ad un ruolo di moderatori. L’estrazione a sorte ha dato la parola per prima a Marine Le Pen. La “candidata del popolo”, della “Francia che protegge le nostre frontiere”, si è opposta al “candidato della mondializzazione selvaggia, delle multinazionali, del sistema”. Ha rinviato più volte il suo rivale al suo passato di ministro dell’Economia e di consigliere del presidente Hollande. A ogni istante ha tentato di fargli perdere il suo caricaturale sangue freddo. Macron si è posto come il “ca n di da t o della conquista francese” contro la candidata “dello spirito di sconfitta”, la “candidata delle menzogne, che non ha nulla da proporre”.
Ha insistito sulle misure per rilanciare l’economia e il potere d’acquisto, temi su cui sa di essere più credibile di lei. L’esercizio del dibattito tv si ripete in Francia da più di quarant’anni.
DAL CONFRONTO tra Giscard d’Estaing e Mitterrand, nel 1974, è diventato un rituale della politica francese. Gli specialisti ritengono che nessun dibattito tv ha mai influito davvero sul voto finale o ribaltato la situazione alle urne. Ma questa volta gli osservatori sono di diversa opinione. “Risulterà vincente chi avrà trovato la frase che uccide col sorriso”, diceva alcuni giorni fa Jean-Yves Camus, politologo specialista del Front National.
L’ultimo glaciale dibattito tv del 2012 tra Hollande e Sarkozy era stato seguito da 18 milioni di persone. Quest’anno non è detto che il nu- mero di telespettatori sarà così alto, poiché ieri sera si giocava allo stesso tempo anche la semifinale della Champions tra Monaco e la Juventus. In giornata si conosceranno i dati dell’a udience e si saprà se i francesi hanno privilegiato la politica o il calcio.