Cacciari: “Assurdo, così il PdR fa a gara con Salvini & C.”
Stavolta mi tocca essere d’accordo con Roberto Saviano, che pure non mi è molto simpatico: quella sulla legittima difesa è una legge inc re di bi le ”. Massimo Cacciari, come di consueto, non fa melina. Non è incline alle mezze parole: “Il Partito democratico cede al peggior senso comune. Rinuncia a raccontare la realtà e si accontenta di inseguire la percezione della realtà. È il segno di una politica debolissima. Una politica che perde il suo senso”.
Secondo Saviano, il Pd copia “la peggior destra”. Quello che dice Saviano è vero, anche se non si tratta solo di destra o sinistra: sono proprio politiche sbagliate, completamente inutili. Lo dimostrano dati oggettivi e stranoti: questo tipo di interventi sono inefficaci. Chi crede di combattere la criminalità con azioni repressive o pene più severe, non ottiene nessun tipo di risultato. Al massimo un po’ di consenso: viene solo incontro alle paure della gente.
Nel 2006 quando il ministro leghista Castelli scriveva la sua legittima difesa, il centrosinistra (allora era l’Unione) parlava di “legge da far west”. Oggi invece il centrosinistra aumenta le garanzie per chi usa le armi. Cos’è successo negli ultimi 10 anni?
Lo stesso che succede nelle politiche economiche e nelle politiche sull’i m mi g r a- zione. Ripeto: prima la politica provava a dirigere l’opinione pubblica, oggi non fa altro che inseguirla. È il segno di una debolezza irreversibile. E nel Partito democratico, ormai PdR, si registra una deriva inarrestabile: è ormai un partito di centro a tutti gli effetti. Crede che funzioni? O che gli elettori preferiranno i conservatori “or i g in al i”, piuttosto che votare un centrosinistra che ha cambiato pelle?
Il problema è che gli altri so- no pure peggio. La destra diventa sempre più estremista. Anche Grillo insegue le stesse suggestioni. Chi si può votare? Alla fine è normale che qualcuno si affidi ancora al Pd, sperando di mettere un freno al salvinismo.
Le statistiche sugli episodi criminali sono in diminuzione da anni. Perché l’opinione pubblica è così spaventata?
Lei crede che il problema della sicurezza si risolva facilitando l’uso delle armi? La chiave della paura è il disagio sociale, il terrore per il futuro. Sono il 70 per cento di giovani costretti a vivere con i genitori, le statistiche sulla povertà, i numeri pazzeschi della disoccupazione...
Meno pistole e più lavoro. Si devono creare le condizioni per politiche di sviluppo. Non è solo un problema italiano, ma una partita che riguarda l’Europa.
È il segno di una politica debolissima, che ha rinunciato a dirigere l’opinione pubblica: si accontenta di assecondarla