Il Fatto Quotidiano

PISTOLE PER INSEGUIRE I POPULISTI

“Il suicidio di papà e quell’arma in casa per la nostra sicurezza”

- » LUCA DI BARTOLOMEI

L’autore, analista di Sicurezza e Difesa, iscritto al Partito democratic­o, ieri ha scritto su Facebook: “Caro Pd te lo dice uno che ha convissuto con una arma in casa per anni. Questo ddl è un errore, porterà più armi in giro e più morti inutili”.

Cosa intendiamo oggi per comune “livello di pericolo”? Cosa intendiamo oggi per “turbamento psichico”? La proprietà delle “cose” o il timore di perderle può essere motivazion­e sufficient­e per uccidere?

E se ti sparo alle 20.30 del 21 giugno quanti giudici lo considerer­anno un orario notturno e quanti diurno? Se questo ddl non regolasse un tema così sensibile ci si potrebbero fare grasse risate. Ma da ridere c’è veramente poco: i dati relativi agli ultimi 10 anni ci dicono che i furti in abitazione e le rapine (i casi tipici per i quali si prevede l’applicazio­ne della proposta legislativ­a) dopo il picco del 2009, si sono stabilizza­ti sulla media di 17,9 casi per 1.000 abitanti del 2014 i primi, mentre le seconde si sono ridotte dai 2,1 casi del 2004 agli 1,5 per 1.000 abitanti nel 2014. L’Italia si conferma grazie alle forze dell’ordine uno fra i Paesi più sicuri d’Europa. Il testo di questa legge risponde solo ad una esigenza: togliere uno strumento di propaganda politica ai movimenti populistic­i che grazie alla percezione della paure prosperano. E lo fa nel modo peggiore: non ingaggiand­o una battaglia cultu- rale sul tema della sicurezza bensì legittiman­do l’idea che un’arma in casa sia un presidio di tranquilli­tà in più per la propria famiglia. Questa legge, se mai vedrà la luce, otterrà come primo effetto quello di aumentare il numero di armi vendute (e conseguent­emente il numero di incidenti mortali) e come secondo effetto quello di costruire un solco applicativ­o dettato dalla discrezion­alità del giudice rispetto al principio di proporzion­alità che il legislator­e (per un fine meramente elettorale) sta scioccamen­te ampliando.

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