Il piano della “black list” per fermare le Ong sgradite
Allo studio divieti di attracco e stop alla collaborazione con le Capitanerie Latorre avverte i gruppi tedeschi: “Se non vi presentate addio Italia”
Lo dice il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre del Pd. E sembra più un avvertimento che un invito a Jugend Rettet, Sea Watch e Sea Eye, le tre piccole organizzazioni non governative tedesche che partecipano ai soccorsi in mare nel Canale di Sicilia e che, fin qui, non hanno dato seguito alla convocazione dell’o rg a ni sm o parlamentare italiano: “Torneremo a sollecitare anche la partecipazione delle Ong che non ci hanno ancora risposto e ci auguriamo abbiano un comportamento rispettoso verso l’Italia. Se non vengono chiederemo che non lavorino più in Italia”.
SEMBRA UNAconferma dell’ipotesi del governo di negare l’autorizzazione all’attracco nei porti del nostro Paese per i natanti delle Ong “sgradite” che portano migranti. Secondo indiscrezioni potrebbe venire dalla stessa relazione della commissione guidata da Latorre la proposta di interrompere la collaborazione tra la Guardia Costiera e le imbarcazioni delle associazioni umanitarie che non rispondono ai canoni individuati dalle autorità italiane, anche attraverso una richiesta di “certificazione” ai governi dei Paesi di provenienza delle Ong in questione. Il primo interlocu- do il quale in alcuni casi il personale di bordo delle navi di alcune Ong avrebbe ricevuto chiamate dalla Libia prima ancora che i gommoni fossero messi in mare e in un caso una delle imbarcazioni umanitarie avrebbe evitato il trasferimento di un piccolo gruppo di migranti in Libia, dove peraltro è noto che gli stranieri subiscono maltrattamenti anche gravissimi, per portarli nel nostro Paese. Zuccaro, che nelle sue dichiarazioni ha escluso dai sospetti solo Medici senza frontiere e Save the children, ha specificato che i dati di Frontex non sono processualmente utilizzabili, ma il suo ufficio sta andando avanti nelle indagini.
LA COMMISSIONE del Senato guidata da Latorre ha deciso ieri, anche su richiesta del M5s, di convocare al più presto Ambrogio Cartosio, procuratore facente funzioni di Trapani in attesa dell’arrivo del titolare Alfredo Morvillo, per sentirlo nei limiti del possibile sull’indagine in corso. “Non ne so nulla – ha detto ieri Cartosio –. Attendiamo la convocazione e cercheremo di capirne l’oggetto...”. Intanto i soccorsi in mare sono ripresi proprio ieri. La Guardia costiera fa sapere di aver tratto in salvo 561 persone e di aver rinvenuto un cadavere “durante 7 operazioni”. Erano “a bordo di due gommoni e cinque barchini, sono stati recuperati da assetti della Guardia Costiera, della Marina Militare e di due Ong”. Da quattro giorni non si registravano questi interventi, le partenze si sarebbero interrotte dopo migliaia di sbarchi che fanno ipotizzare numeri più elevati rispetto ai circa 180 mila del 2016. Erano stati 8.500 solo nei tre giorni del weekend di Pasqua. E tra gli addetti ai lavori circola l’ipotesi che sul versante libico, mentre in Italia impazzavano le polemiche sulle dichiarazioni del procuratore Zuccaro, qualcuno abbia imposto lo stop alle partenze. Forse gli stessi “militari libici” indicati dal magistrato di Catania come “scorta” di alcuni gommoni. Che forse rispondono al governo con cui sta trattando il ministro dell’Interno Marco Minniti.