Il Fatto Quotidiano

Tutto bloccato nel Cda Rai: il dg è cotto a fuoco lento

I consiglier­i frenano le nomine e il piano news e contestano le risposte all’Anac

- » GIANLUCA ROSELLI

Lo sh o w do w n è solo rimandato. Ma il braccio di ferro tra Antonio Campo Dall’Orto e i consiglier­i Rai continua. Ieri in Viale Mazzini è andato in scena un altro Cda fiume, circa 8 ore, dove però i principali nodi da sciogliere sono rimasti tutti sul tappeto. Nonostante le richieste dei consiglier­i, alcune ( come quelle sui rilievi dell’Anac) espresse con lettere scritte, il direttore generale ha fornito risposte che sostanzial­mente hanno rimandato le questioni più spinose. Insomma, si prende tempo. Ma tempo lo prende anche il Cda.

Perché se si voleva arrivare a votare la sfiducia, l’occasione si è presentata quando il dg ha chiesto di mettere ai voti la bozza del nuovo piano dell’informazio­ne, rielaborat­o sulle ceneri di quello presentato da Carlo Verdelli.

QUI SONO STATI i consiglier­i a soprassede­re, preferendo non premere sul pedale dell’accelerato­re e arrivare a un “no” che avrebbe avuto il sapore di una sfiducia ufficiale. Quando Campo Dall’Orto ha fatto capire che voleva il voto, il Cda ha chiesto una pausa di mezzora e poi si è deciso di rinviare. Dramma evitato, dunque.

Dopo gli avvertimen­ti dei consiglier­i espression­e della maggioranz­a di governo, la situazione per Campo Dall’Orto non sembra migliorata e la fase è assolutame­nte di stallo, con un direttore generale che va avanti alla giornata, senza la sicurezza della maggioranz­a dei voti. Tra Renzi e Campo Dall’Orto nelle ultime settimane non ci sono state comunicazi­oni e la situa- zione di sostanzial­e sfiducia del neo segretario Pd nei confronti del dg continua. “La sensazione è che lo vogliano tenere lì a bagnomaria, a logorarsi, almeno fino alla soluzione della vicenda dei tetti ai compensi (si decide- rà il 2 giugno, ndr). Poi, probabilme­nte, verrà scaricato”, confida un consiglier­e lasciando la riunione. “Una cosa è certa: andare avanti così per un anno non è possibile. Se qualcuno pensa che sia meglio tirare a campare che tirare le cuoia, qui a tirare le cuoia sarà l’azienda”, sussurra un altro membro del Cda.

Diverse le questioni ieri sul tavolo. Molto si è discusso delle 244 nuove utilizzazi­oni. “Bisogna voltare pagina rispetto al passato, occorrono regole più severe”, osserva Giancarlo Mazzuca. Su questo tema molto dura è stata Monica Maggioni, che ha contestato molti di questi nuovi contratti.

Per quanto riguarda le osservazio­ni Anac, Campo Dall’Orto ha spiegato di aver incontrato Raffaele Cantone nei giorni scorsi e di aver fatto chiarezza su tutte le contestazi­oni. Ma le questioni sono ancora sul tappeto, a partire dalla vicenda del responsabi­le della sicurezza, Genseric Cantournet. Cantone ha voluto vedere tutti i passaggi che hanno portato alla sua assunzione, ma ancora non ha emesso giudizi.

Si è preso tempo anche su RaiCom, di cui va rinnovato il Cda. Lo scontro è sui nomi ma non solo: il dg vorrebbe Francesco Pionati presidente al posto di Gian Paolo Tagliavia, confermato però nel ruolo di amministra­tore delegato. La nomina ora è sotto il vaglio del Mef. Anche il piano di produzione è slittato al prossimo Cda, previsto per il 22 maggio: il dg ci sta ancora lavorando secondo i correttivi chiesti dal consiglio. Scontro, infine, anche sulla questione dell’area digital, su cui Campo Dall’Orto punta molto: il problema, secondo il Cda, non è la nomina di Milena Gabanelli a capo di Rai24, ma la creazione di una nuova testata.

Insomma, ieri c’è stata la conferma che il rapporto tra consiglio e dg è assai logoro, in zona Cesarini, ma anche che nessuna delle parti abbia ancora l’intenzione di arrivare al capitolo finale.

Sempre in bilico Ieri era pronta la sfiducia, ma s’è deciso di aspettare per non dare alibi al capo azienda

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