Il Fatto Quotidiano

Le Pen, uova e inchieste Macron incoronato dalla tv

Contestazi­one Dopo il faccia-a-faccia la candidata dell’ultradestr­a fischiata dagli operai. Critico anche il padre E l’avversario la querela per i veleni su conti alle Bahamas

- » LUANA DE MICCO

Persino Jean-Marie Le Pen ha trovato che la figlia Marine “non sia stata all’altezza” d e ll ’ ultimo dibattito tv di fronte a Emmanuel Macron. Certo, il patriarca del Front National non è in buoni rapporti con lei da diverso tempo, ma le ha promesso comunque il voto: “Non è stato un dibattito tra ‘presidenzi­abili’, ma almeno lei lo ha avuto”, ha osservato il vecchio Le Pen sentito da Le Figaro, ricordando che nel 2002 Chirac aveva rifiutato il confronto. La leader frontista ha incassato con indifferen­za le critiche paterne: “È da tanti mesi che mio padre non mi trova qualità”.

Sempre ieri Marine Le Pen ha anche incassato le uova lanciate per protesta mentre era in visita in una fabbrica della Bretagna. Si è trattato senza dubbio di uno degli ultimi episodi della campagna elettorale che si chiude ufficialme­nte alla mezzanotte di stasera. E infine si è presa una denuncia. Emmanuel Macron ha infatti presentato un esposto contro di lei per “falso e diffusione di notizie false destinate a influenzar­e il voto” e la Procura di Parigi ha aperto un’indagine preliminar­e.

Nell’acceso confronto tv di mercoledì, la leader FN aveva insinuato che il rivale potesse possedere un conto offshore alle Bahamas. “Questa è diffamazio­ne – aveva risposto lui, senza scomporsi troppo – io non ho guai con la giustizia, lei invece sì”.

IERI LO STAFF di En Marche! ha precisato in un comunicato che si tratta di fake news circolate in Internet qualche ora prima dell’inizio del dibattito su siti filo-russi. Ieri la stessa Le Pen ha riconosciu­to di non avere prove per dimostrare il presunto conto occulto: “La mia non era un’insinuazio­ne, ma una domanda: è ancora possibile farne?”.

La candidata FN che ha tentato per due ore e mezza di spingere al fallo il suo rivale con insulti a raffica ha finito mercoledì sera col commettere un brutto autogol.

Era la sua opportunit­à per convincere i francesi e non ci è riuscita. È apparsa come la “campioness­a di un estremismo pronto ad approfitta­re delle paure e a scavare fratture”, scriveva Le Monde nel suo editoriale. Come se dietro di lei fosse riemersa l’ombra minacciosa di quel vecchio padre dal quale lei dice di volersi emancipare.

HA PREFERITO MACRON il 63% dei telespetta­tori (circa 16,5 milioni di persone, tanti, ma meno dei 18 milioni che avevano seguito Hollande e Sarkozy nel 2012).

“Ho pensato molto alla scelta di Chirac del 2002 e sono convinto che bisogna discutere col FN. Che bisogna andare in battaglia, anche se si rischia di sporcarsi un po’”, ha osservato il candidato progressis­ta.

Ha convinto anche gran parte dei commentato­ri. Per tutto il giorno il dibattito è stato passato al setaccio e i giornali francesi hanno scovato una lunga lista di imprecisio­ni e falsità che Marine Le Pen ha usato contro di lui per destabiliz­zarlo. Macron ha anche ricevuto il sostegno dell’ex presidente americano Barack Obama, che già lo aveva chiamato al telefono dopo il primo turno, e ora gli ha comunicato la sua “ammirazion­e”: “Voglio che sappiate che appoggio Macron per guidarvi nel futuro”, ha detto Obama ai francesi in un video diffuso ieri online.

E poi ha concluso: “En Marche! Vive la France!”.

Boomerang? L’ex presidente Obama si schiera: “En Marche! Vive la France” Strategia rischiosa La leader del Front National ha tentato solo di far innervosir­e l’ex banchiere

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Ansa/LaPresse Ring mediatico Il dibattito di mercoledì sera; Jean-Marie Le Pen e l’ex presidente Obama
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