Le tre potenze e il diktat per “balcanizzare” Assad
Iran, Russia e Turchia: creare quattro entità separate. Per l’Onu è “un passo avanti”
La terminologia ufficiale è ‘aree di sicurezza’, o‘zone cuscinetto’. Ma la sensazione è che si vada verso una suddivisione, se non una spartizione, della Siria in zone d’influenza, che lascia scontenti solo gli oppositori del regime del presidente al-Assad e i curdi che – viene da ipotizzare – prima o poi si stuferanno di battersi senza contropartita per conto dell’Occidente contro il sedicente Stato islamico, l’autoproclamato Califfo e le milizie jihadiste.
Cento e pochi anni dopo gli accordi di Sykes-Picot, che, in spirito coloniale, anti-tedesco e antiturco, ma non certo filoarabo, spartirono il Medio Oriente in zone d’influenza lungo confini arbitrari e indipendenti dalle realtà storiche, etniche e religiose, per affidare a Gran Bretagna e Francia Stati poco coesi e, quindi, più facilmente controllabili, si profila una situazione che tiene più conto delle affinità etniche e religiose, ma che magari crea i presupposti di Stati l’un contro l’altro armati, o almeno diffidenti ai limiti dell’ostilità, piuttosto che lacerati al proprio interno.
Impossibile determinare se e in che modo il pugno sul tavolo battuto in Siria negli Stati Uniti, scagliando una gragnola di missili su una base del regime, abbia pesato sull’accelerazione e sull’evoluzione dei negoziati di Astana, in Kazakhstan, voluti e coordinati da Russia, Iran e Turchia. Nella telefonata di martedì tra Putin e Trump, la prima dopo il peggioramento del clima tra Mosca e Washington, s’era prospettato un coinvolgimento statunitense nelle trattative.
Ma le cose sono andate molto in fretta. E il rappresentante di Putin ad Astana, Aleksandr Lavrentiev, lamenta che gli Usa “ignorano” i tentativi della Russia di aumentare la cooperazione “militare", ma dice che “il lavoro contin uerà ” alla ricerca “di meccanismi d’interazione più efficienti in Siria”.
Il memorandum che istituisce quattro ‘aree di sicurezza’, o ‘zone cuscinetto’, nel Paese martoriato da sei anni di guerra civile è stato condiviso da Russia, Iran, Turchia e dal regime di al-Assad, mentre l’opposizione siriana, che al tavolo
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