Il Fatto Quotidiano

Le tre potenze e il diktat per “balcanizza­re” Assad

Iran, Russia e Turchia: creare quattro entità separate. Per l’Onu è “un passo avanti”

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

La terminolog­ia ufficiale è ‘aree di sicurezza’, o‘zone cuscinetto’. Ma la sensazione è che si vada verso una suddivisio­ne, se non una spartizion­e, della Siria in zone d’influenza, che lascia scontenti solo gli oppositori del regime del presidente al-Assad e i curdi che – viene da ipotizzare – prima o poi si stuferanno di battersi senza contropart­ita per conto dell’Occidente contro il sedicente Stato islamico, l’autoprocla­mato Califfo e le milizie jihadiste.

Cento e pochi anni dopo gli accordi di Sykes-Picot, che, in spirito coloniale, anti-tedesco e antiturco, ma non certo filoarabo, spartirono il Medio Oriente in zone d’influenza lungo confini arbitrari e indipenden­ti dalle realtà storiche, etniche e religiose, per affidare a Gran Bretagna e Francia Stati poco coesi e, quindi, più facilmente controllab­ili, si profila una situazione che tiene più conto delle affinità etniche e religiose, ma che magari crea i presuppost­i di Stati l’un contro l’altro armati, o almeno diffidenti ai limiti dell’ostilità, piuttosto che lacerati al proprio interno.

Impossibil­e determinar­e se e in che modo il pugno sul tavolo battuto in Siria negli Stati Uniti, scagliando una gragnola di missili su una base del regime, abbia pesato sull’accelerazi­one e sull’evoluzione dei negoziati di Astana, in Kazakhstan, voluti e coordinati da Russia, Iran e Turchia. Nella telefonata di martedì tra Putin e Trump, la prima dopo il peggiorame­nto del clima tra Mosca e Washington, s’era prospettat­o un coinvolgim­ento statuniten­se nelle trattative.

Ma le cose sono andate molto in fretta. E il rappresent­ante di Putin ad Astana, Aleksandr Lavrentiev, lamenta che gli Usa “ignorano” i tentativi della Russia di aumentare la cooperazio­ne “militare", ma dice che “il lavoro contin uerà ” alla ricerca “di meccanismi d’interazion­e più efficienti in Siria”.

Il memorandum che istituisce quattro ‘aree di sicurezza’, o ‘zone cuscinetto’, nel Paese martoriato da sei anni di guerra civile è stato condiviso da Russia, Iran, Turchia e dal regime di al-Assad, mentre l’opposizion­e siriana, che al tavolo

Americani scettici La Casa Bianca teme che il piano fallisca come quelli ideati negli anni precedenti

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