Arresti a Terni, il sindaco (Pd) ai domiciliari non si dimette
Non si dimetterà Leopoldo Di Girolamo (Pd), sindaco di Terni finito ai domiciliari martedì con l’accusa di turbativa d’asta, sos peso mercoledì sera dal prefetto Angela Pagliuca. Ieri il gip Federico Bona Galvagno ha convalidato l’ar re st o, mentre ha revocato sia i domiciliari all’assessore Stefano Bucari ( interdetto temporaneamente dal suo ruolo), sia l’interdizione dalle attività per i due rappresentanti delle coop coinvolte nell’inchiesta “Spada” sui presunti appalti irregolari del Comune.
Di Girolamo, autosospeso dal Pd, non si è dimesso dalla carica e forse aspetterà la decisione del Riesame alla fine di maggio. Resiste ancora, come aveva fatto già il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, sempre del Pd, arrestato il 3 maggio 2016 per turbativa d’asta e rimasto in carica fino al 1° agosto. Per legge il politico ternano potrebbero tornare sulla poltrona una volta terminate le misure cautelari e dalla sua parte c’è una maggioranza che lo difende: “Abbiamo fatto una mozione di sfiducia, ma per votarla ci mancava la firma di un esponente della maggioranza – sp ie ga Thomas De Luca (M5s) –. Altre forze hanno proposto un atto di indirizzo politico bocciato dal consiglio”. “Dicono che bisogna garantire la continuità amministrativa – aggiunge Andrea Liberati, consigliere regionale del M5s –. Ora è successo qualcosa di troppo grave, non si torna indietro”. Secondo lui a Terni e in Umbria “c’è un sistema che lega la politica e le coop con gli affidamenti di lavori e finanziamenti del tutto legittimi, come quello da 3.000 euro che rende lavori per 15 milioni ”, dice riferendosi all’intercettazione di un imprenditore nell’i nchiesta “Spada”.“Questo sistema danneggia l’economia umbra, che è ferma, e dissangua le casse pubbliche – conclude –. Anche in Regione ci vuole pulizia”.