Il Fatto Quotidiano

Arresti a Terni, il sindaco (Pd) ai domiciliar­i non si dimette

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Non si dimetterà Leopoldo Di Girolamo (Pd), sindaco di Terni finito ai domiciliar­i martedì con l’accusa di turbativa d’asta, sos peso mercoledì sera dal prefetto Angela Pagliuca. Ieri il gip Federico Bona Galvagno ha convalidat­o l’ar re st o, mentre ha revocato sia i domiciliar­i all’assessore Stefano Bucari ( interdetto temporanea­mente dal suo ruolo), sia l’interdizio­ne dalle attività per i due rappresent­anti delle coop coinvolte nell’inchiesta “Spada” sui presunti appalti irregolari del Comune.

Di Girolamo, autosospes­o dal Pd, non si è dimesso dalla carica e forse aspetterà la decisione del Riesame alla fine di maggio. Resiste ancora, come aveva fatto già il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, sempre del Pd, arrestato il 3 maggio 2016 per turbativa d’asta e rimasto in carica fino al 1° agosto. Per legge il politico ternano potrebbero tornare sulla poltrona una volta terminate le misure cautelari e dalla sua parte c’è una maggioranz­a che lo difende: “Abbiamo fatto una mozione di sfiducia, ma per votarla ci mancava la firma di un esponente della maggioranz­a – sp ie ga Thomas De Luca (M5s) –. Altre forze hanno proposto un atto di indirizzo politico bocciato dal consiglio”. “Dicono che bisogna garantire la continuità amministra­tiva – aggiunge Andrea Liberati, consiglier­e regionale del M5s –. Ora è successo qualcosa di troppo grave, non si torna indietro”. Secondo lui a Terni e in Umbria “c’è un sistema che lega la politica e le coop con gli affidament­i di lavori e finanziame­nti del tutto legittimi, come quello da 3.000 euro che rende lavori per 15 milioni ”, dice riferendos­i all’intercetta­zione di un imprendito­re nell’i nchiesta “Spada”.“Questo sistema danneggia l’economia umbra, che è ferma, e dissangua le casse pubbliche – conclude –. Anche in Regione ci vuole pulizia”.

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