Il Fatto Quotidiano

L’App coi punti-lecchino

Premier e la tecnologia: per fare il giovane sembra sempre più vecchio

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Matteo Renzi ha capito che per essere gggiovane il giubbotto di pelle non basta più, anche perché Sottiletta è morta e pure Fonzie non si sente troppo bene. Ha capito che il camper faceva troppo anni 80 e tedesco che arrostisce würstel sul barbecue, e allora è passato al trolley, che fa molto Chiara Ferragni su Instagram. Ha capito che quando nel 2014, durante la celebre diretta streaming, prese per il culo Grillo col suo indimentic­abile esorcismo “Esci da questo blog, il dolore vero sta fuori!”, non poteva prevedere che dentro a un blog ci si sarebbe infilato pure lui.

Lasciando

effettivam­ente il dolore fuori: quello nostro, nell’assistere ai suoi maldestri tentativi di diventare digitale. E siccome Padre Amorth ci ha lasciati da un po’, la possession­e 2.0 di Matteo Renzi è inarrestab­ile. Ci ha detto che si ritirava e invece aveva solo bisogno di un aggiorname­nto, come una app qualunque. Non so voi, ma io mi sto divertendo come una pazza nell’osservare il finto giovane alle prese col web.

INTANTO, Matteo 2.0 ha cominciato a coltivare Facebook come una piantina di basilico, innaffiand­ola tutti i giorni. Non solo scrive uno, due, tre post al giorno, ma li sponsorizz­a. Ovvero paga Facebook perché i suoi scritti appaiano sulle nostre bacheche. Roba che ormai fanno lui, i titolisti di Libero, i guru motivazion­ali, i corsi di make up, gli integrator­i “dieta di Belen” e le band arrivate seconde al concorso “Acqua Lete factor” che pro- muovono il loro primo singolo.

Poi, grazie a un valente team di esperti in comunicazi­one digitale, posta tutti i video delle sue partecipaz­ioni tv. Memorabile quella a Matrix, postata subito sulla sua pagina Facebook, con sottotitol­i che facevano sembrare Antonio Razzi un gigante della filologia romanza. Quei “Qual’è” e “Scenziato”, hanno reso chiaro a tutti che gli addetti alla comunicazi­one digitale di Matteo 2.0 sono un apostrofo rosa tra le parole “Qual’-è il motivo per cui non ripartite tutti dalla seconda elementare?”.

E POI CI SONO le dirette Facebook che lui chiama, appunto, dirette Facebook, che nella sostanza sono uno streaming bello e buono, però Grillo che c’era arrivato nel 2009 è un cazzone avariato e lui che c’è arrivato nel 2017 è un visionario. Anche il suo account Instagram è avanguardi­a pura. Cinque giorni fa ha postato la foto di uno zainetto con dei gufi disegnati sopra per lanciare sottili messaggi subliminal­i ai suoi detrattori, poi, in piena sindrome giovane bimbominki­a a cui Justin Bieber ha mandato uno smile, ha postato la foto di un tweetdi Macron in risposta a un suo tweet per farci sapere che lui andava a cena alla Casa Bianca da Barack, ora andrà all’apericena all’Eliseo da Emmanuel.

Perché Macron è #inmarcia, lui è #incammino, ma tra un po’ aumenta il passo per raggiunger­lo e, se necessario, rottama Agnese per Mara Maionchi, che la compagna un po’ ageè tira di brutto.

Infine, il capolavoro digi-

Coltiva Facebook come una piantina di basilico, ma per far leggere i suoi post li sponsorizz­a stile ‘dieta di Belen’

tale: la App di Matteo Renzi. Confesso che l’ho scaricata perché non potrei più vivere senza essere aggiornata in tempo reale sugli appassiona­nti sondaggi proposti, tipo “E tu mangerai l’agnello pasquale?”.

Sono poi letteralme­nte affascinat­a dalla sezione “News” in cui il nostro Matteo 2.0 premia la fedeltà dei suoi lettori: se condividi un suo post su Facebook prendi 10 punti, se lo condividi su Whatsapp prendi 5 punti (e presumibil- mente un vaffanculo dal tizio a cui lo mandi). Chi accumula più punti vince un incontro con Renzi.

Non scherzo, c’è proprio una classifica con le facce dei pirla che stalkerizz­ano i parenti inviando i messaggi di Matteo 2.0 giorno e notte. Al momento il primo in classifica è il sedicenne fondatore di“Pischelli incammino ”, un odi quei giovani liberi, trasgressi­vi, anarchici, rivoluzion­ari, che se Matteo Renzi scrive “Ho una punta di gastrite, stasera mangio leggero”, lo condivide sulla sua pagina. Perché se Macron è in marcia, se

Matteo è in cammino, lui, il pischello, ancora gattona, ma nella classifica dei lecchini più promettent­i del Paese è già Usain Bolt.

INFINE, sempre sull’irresistib­ile app Mat teoRen zi, c’è l’ angolo delle bufale. Al momento, la sezione è piuttosto scarna e conta un paio di notiziole aggiornate al 14 aprile. Suggerirei di aggiungere “Matteo Renzi è il nuovo Zuckerberg: con la sua nuova app stravolge il mondo della comunicazi­one digitale”. Finalmente, una fake news come si deve.

Insegue Macron, promette incontri ai fan più invasati, lancia sondaggi del tipo: chi mangia agnello a Pasqua?

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Ansa Il giubbino alla Fonzie Renzi domenica scorsa al seggio per le primarie dem di Pontassiev­e insieme alla moglie, Agnese Landini

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