Ong sospette, un “bollino” degli Stati per quelle oneste
Le cancellerie europee stanno valutando l’ipotesi di rilasciare una certificazione alle organizzazioni impegnate nel Mediterraneo
La soluzione è semplice quanto paradossale. Per diradare qualsiasi ombra sulle Ong le principali Cancellerie europee, dopo giorni di polemiche e sospetti, valutano una nuova strada: ogni Stato dovrebbe certificare sulla base di un nuovo protocollo le Organizzazioni non governative con sede sul proprio territorio. Ovvero, se una Ong ha sede in Germania sarà il governo tedesco a dover garantire agli altri Paesi dell’Unione la legittimità degli interventi nel Me- diterraneo dei propri “angeli del mare”.
I contatti sul tema tra Roma e Berlino, soprattutto, in queste ultime ore sono frequenti e il progetto allo studio è già stato informalmente anticipato nel vertice dei parlamentari europei tenutosi a Malta qualche giorno fa, dove il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, ha parlato con il suo omologo tedesco, il socialdemocratico Wolfgang Hellimich, e con gli altri rap- presentanti del Bundestag. “L’unica idea sul tavolo – rivela una fonte presente agli incontri – è quella di concordare tra i Paesi della Ue una sorta di decalogo che possa essere la base e il modello valido per tutti. Ogni Organizzazione non governativa, pur restando tale, per poter lavorare con gli Stati operando nelle acque del Mediterraneo dovrà avere determinati requisiti che saranno decisi dalle Cancellerie. Se l’organizzazione non rispetterà queste regole non otterrà il via libera dallo Stato in cui ha sede e agirà come una sorta di nave pirata non riconosciuta da Roma, come da Berlino e Ma- drid, con conseguenze che sono attualmente ancora allo studio”.
LE ONG, da parte loro, ieri a Roma hanno preso parte al convegno “La grande bugia delle navi taxi” in Senato. Il direttore di Caritas Italia, monsignor Francesco Soddu, ha attaccato: “Stiamo assistendo a un processo mediatico contro chi ha creduto che salvare delle vite fosse un gesto necessario di umanità. Ma così non sembra che sia. Le accuse, spesso non circostanziate, che piovono su queste organizzazioni appaiono un pretesto per distogliere l’attenzione dalle evidenti fatiche nel trovare soluzioni politiche a più ampio spettro nella gestione di questo fenomeno”. Sullo stesso tono Raffaella Milano, direttore di Save the children Europa: “Ben venga la trasparenza, non ci sono zone franche, ma questo non significa alimentare un clima di sospetto su un’attività che con tanto impegno stanno facendo le Ong e la Guardia Costiera”. Tra i più applauditi la radicale Emma Bonino: “Sono settimane che il procuratore di Catania Zuccaro va in giro a dire che non ha le prove e queste illazioni hanno creato una campagna complessiva di discredito sulle Ong che nessuno ripagherà. Tutto questo, manipolato politicamente, serve a non affrontare un problema che non ha soluzioni semplici”.
Convegno in Senato Monsignor Soddu, Caritas: “È un processo mediatico contro chi salva vite umane”