“Quel vaccino sbagliato e mio figlio autistico”
Casi reali La commissione ospedaliera, nel 2014, riconosce il nesso tra farmaco ed epilessia. Nel 2015 concessi più di 600 indennizzi
Messina. Nel 2008 nasce A.: è un bambino sano, con un indice di Apgar (che stabilisce la vitalità e l’efficienza delle funzioni vitali primarie subito dopo il parto) di nove decimi. Medici, infermieri, parenti, nessuno nota nulla di strano nel nuovo arrivato. “A due mesi – racconta la madre – lo sottoponiamo al vaccino esavalente”. Tutto normale. Anche dopo la prima somministrazione i genitori non notano nessun segno. I problemi iniziano al secondo richiamo, dopo venti giorni: “Si irrigidisce, ha reazioni strane. Non capivo cosa gli stesse succedendo. In alcuni momenti pensavo fosse morto”. Ha delle crisi epilettiche, quattro a distanza di pochi giorni. “La prima volta, in ospedale, ci dimettono e parlano di reflusso gastroesofageo. Stessa cosa la seconda volta. Solo quando ha una terza crisi durante il ricovero identificano un’epilessia cosiddetta da ‘grande male’, quindi con convulsioni e perdita di coscienza”. I medici gli somministrano e prescrivono un farmaco antiepilettico.
“DA QUEL MOMENTO, un calvario”, raccontano oggi i genitori. I medici dicono loro che il vaccino non c’entra così lo sottopongono al terzo richiamo del medicinale. “Nessuno ha mai pensato o mai accennato a una correlazione. Chiedevamo, ma ci dicevano di no. Ci guardavano come fossimo degli alieni”. Vanno a Firenze, a Roma, a Verona. “Nessun medico ha pensato di inoltrare segnalazioni per la farmacovigilanza. A un certo punto – racconta la mamma –, un dottore di Messina, quando gli ho chiesto se dovessi continuare a vaccinarlo, ha abbassato lo sguardo e mi ha detto di no. Ma non ha fatto nulla”. Oggi ad A. sono state riconosciute un’epiles- sia generalizzata e un ritardo psicomotorio grave. “Ha iniziato a camminare a cinque anni e, a 8 anni, parla ancora molto poco”.
L’indennizzo a vita per una sola delle due patologie viene riconosciuto nel 2014 dal ministero della Salute, dopo un ricorso amministrativo: “Sì, esiste nesso causale tra la vaccinazione e l’infermità Epilessia in trattamento farmacolo- gico – si legge nella notifica del giudizio della commissione ospedaliera che ha esaminato il caso – e non esiste nesso causale tra la vaccinazione e l’infermità Grave ritardo dello sviluppo psicomotorio e ritardo mentale”.
UN DATO importante: nell’animarsi del dibattito tra antivaccinisti e chi ne sostiene l’efficacia senza contraddittorio, si corre il rischio di sminuire le testimonianze e le storie di chi – pur in una percentuale microscopica rispetto a chi dai vaccini trae esclusivamente tutti i benefici della prevenzione – è stato davvero danneggiato dalla loro somministrazione. Soprattutto se il danno è stato riconosciuto dallo Stato. Nel 2015, rispondendo a un’interrogazione di alcuni senatori del Gruppo Misto, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha diffuso alcuni dati: “Alla data del 31 marzo 2015 – si legge nella risposta – i beneficiari dell’indennizzo aggiuntivo, in quanto riconosciuti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, sono 609 mentre vi sono 22 soggetti che ne hanno beneficiato, ma la cui posizione è stata chiusa a seguito di decesso”. Casi riconosciuti, spesso, anche grazie all’abilità di chi ha elaborato i ricorsi.
“Sappiamo di essere un’eccezione – spiegano i genitori di A. – : molte persone che si trovano in situazioni simili alla nostra non hanno avuto lo stesso riconosci- mento”. Complice, nel loro caso, è stato infatti anche quel terzo richiamo effettuato nonostante l’epilessia denunciata nell’anamnesi nonché il non aver identificato difficoltà nel meccanismo di detossificazione del bambino.
LA POSIZIONE di questa famiglia di Messina, oggi, è molto chiara: “Non siamo, come pensano in molti, in antitesi con la validità dei vaccini. Crediamo solo che, come per tutti i farmaci, ci sia bisogno di valutare caso per caso la compatibilità con i pazienti. E forse, due mesi di vita sono troppo pochi per fare i vaccini in completa sicurezza”. Nelle linee guida pubblicate sul sito del ministero in occasione della settimana delle Vaccinazioni, su questi dubbi viene riportata questa risposta : “L’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni somministrate già a quest età è ampiamente documentata. Inoltre, alcune malattie infettive possono avere un quadro più grave e complicato nei bambini molto piccoli (es. malattie batteriche invasive, pertosse). Alla nascita, e per un breve periodo, un bambino è protetto dagli anticorpi di origine materna, inclusi quelli che riceve attraverso il latte, se allattato al seno. Successivamente perde velocemente questa protezione materna e il suo sistema immunitario è continuamente esposto a molti agenti infettivi”.
Per la famiglia di A. non è abbastanza: “Non tutti i bambini sono uguali, non tutti hanno lo stesso sistema immunitario. Possono avere delle debolezze che non si conoscono. Le stesse avvertenze di alcuni vaccini parlano di “conosciute intolleranze o allergie ai componenti’: ma come si può già conoscerle in un bambino di due mesi? Non diciamo che i vaccini non si debbano fare, ma che si debbano fare in modo più intelligente, il più possibile in sicurezza”.
Le conseguenze Diagnosticato al bimbo un grave ritardo psicomotorio: nessuno aveva segnalato la reazione