Il Fatto Quotidiano

“Sono norme inutili, non batteremo la Lega in questo modo”

Giovanni Manildo Il sindaco Pd di Treviso: “Non sento certo il bisogno di interventi del genere”

- » LUCA DE CAROLIS Twitter @lucadecaro­lis

“Di una legge fatta così io non sento il bisogno. E certamente non servirà a togliere voti alla Lega o al centrodest­ra”. Giovanni Manildo, 47 anni, è sindaco di Treviso per il Pd. Avvocato esperto in diritto commercial­e, ex scout, renziano, nel 2013 ha espugnato il Comune dopo 20 anni di guida leghista, battendo al ballottagg­io Giancarlo Gentilini, il sindaco “sceriffo” del Carroccio, che girava con la stella al petto e seminava sparate contro gli immigrati.

Com’è la legge sulla legittima difesa vista dal Nord-est? Innanzitut­to va fatta una premessa, ossia che su questo tema andrebbe fatto un dibattito serio. Ma non avviene quasi mai. La discussion­e è sempre drogata da due fattori: la volontà di strumental­izzare l’ argomento per guadagnare voti e l’incapacità dello Stato di garantire una reale tutela ai cittadini.

Detto questo...

Non ho studiato la legge nel dettaglio e non sono un penalista. Ma da quanto ho letto e ascoltato non mi pare che aggiunga nulla. Per esempio, tra le condizioni che descrivono come legittima la difesa da un’aggression­e c’è quella che sia avvenuta di notte. Ma di questo fattore i giudici tengono già conto. In pratica, è stata esplicitat­a un’ interpreta­zione della norma che è già diffusa nella giurisprud­enza. Poi, in generale, è sempre difficile valutare la proporzion­e tra la reale minaccia e l’eventuale reazione. Ci sono tanti fattori di cui tenere conto. Quella approvata alla Camera è una legge inutile? Fatta così, sì. Poi vedremo che correzioni apporteran­no in Senato. Sono certamente pronto a cambiare il giudizio.

Lei come la farebbe?

È un argomento complesso. Di certo l’ inviolabil­ità dell’abitazione è un valore da tutelare, come quella dell’incolumità della propria famiglia. Ma non bisogna aprire spazi alla giustizia fai da te.

Il testo attuale la favorisce?

Io dico che va migliorato. E che sono decisament­e contrario ai cittadini che provano a farsi giustizia da soli: rischiano di farsi male. E soprattutt­o, non può prevalere la legge del più forte. Parliamoci chiaro: questa legge deve e può servire a recuperare voti alla Lega e alla destra? Assolutame­nte no. Non serve a placare la fame di strumental­izzazione del tema, e non fornisce una vera risposta all’esigenza di sicurezza dei cittadini.

Un problema sentitissi­mo, a Treviso e dintorni. In Veneto si parla sempre molto di sicurezza e di legittima difesa, anche per casi come quello di Giacomo Stacchio ( il benzinaio che nel 2015 vicino Vicenza sparò a un bandito che assaltava una gioielleri­a, uccidendol­o, n

dr). Ma qui a Treviso siamo tranquilli. E perché?

Abbiamo avviato un progetto di sicurezza partecipat­a, con gruppi di cittadini che sorveglian­o a vicenda le proprie case.

C’è un referente territoria­le, collegato con gli altri tramite Whatsapp e altri social network. Appena qualcuno nota qualcosa di strano, avvisa la polizia municipale e le forze dell’ordine. È un ritorno a un modello antico, di aiuto reciproco. E sta funzionand­o. Ma può bastare? Da solo no, certo. Io penso che, piuttosto che di una legge sulla legittima difesa, ci sia bisogno innanzitut­to di uno Stato che protegga davvero i cittadini. E un modo per arrivarci è abbreviare i tempi della giustizia, delle sentenze. Quella è davvero una priorità. Lo sa che il binomio che fanno in tanti è tra sicurezza e immigrazio­ne? Anche e soprattutt­o nel Nord-est. È una forzatura. Sono due temi da separare: gli immigrati che delinquono sono solo alcuni. Anche a Treviso?

Abbiamo tanti immigrati in città. Qualcuno è stato sorpreso a spacciare, ed è stato mandato via. Generalizz­are è ingiusto, e non serve.

Sono contrario alla giustizia fai da te, la priorità è far sì che lo Stato tuteli davvero i cittadini

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LaPresse Renziano Giovanni Manildo, sindaco di Treviso dal 2013

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