Il Fatto Quotidiano

Corbyn cede Glasgow la rossa agli scozzesi

I laburisti perdono dopo 37 anni la città delle Highlands in favore degli indipenden­tisti

- » SABRINA PROVENZANI

ITories festeggian­o il miglior risultato del decennio mentre l’Ukip è cancellato e il Labour subisce una pesante sconfitta” titola il Daily Telegraph. Sintesi corretta di queste amministra­tive e riposizion­amento istantaneo, da parte della testata più prestigios­a fra quelle che con Farage hanno flirtato. “Siamo vittime del nostro successo”, sintetizza Paul Nuttal, che di Farage è l’inadeguato erede. “Ora dobbiamo rialzarci e continuare verso un futuro di nuovi successi”. Sarà dura, visto che riparte da un seggio solo e che, commentano gli analisti, Theresa May ha trionfato anche assorbendo nella sua idea di Partito Conservato­re alcuni degli slogan dell’Ukip: hard Brexit, prima i britannici, diffidenza per le élite cosmopolit­e. Risultato: 539 seggi conquistat­i, un dilagare di bandierine blu. Però non per- de la testa e, sulle prossime consultazi­oni politiche, dichiara: “Da quando sono primo ministro ho cercato di lavorare per tutto il Paese ed è incoraggia­nte vedere che abbiamo il sostegno di tutto il Regno Unito. Ma non do nulla per scontato, perché la posta in gioco è troppo alta”. Il timore è che a dar qualcosa per scontato siano i suoi sostenitor­i che, stufi di votare, non si rechino ai seggi l’8 giugno.

Il Labour? Stravince nella regione di Liverpool, tiene Greater Manchester mentre, sul Galles, è ridotto a un significat­ivo “pensavamo andasse peggio”: ma perde 320 seggi in totale, e a bruciare non è solo il numero ma la portata simbolica, identitari­a, della sconfitta nelle roccaforti: le fedeli West Midlands, la Tees Valley, entrambe ai Tories. E poi l’umiliazion­e: la caduta di Glasgow, Glasgow l’operaia, rossa dal 1980, espugnata dai nazionalis­ti dello Scottish National Party che diventano primo partito ma non conquistan­o la maggioranz­a assoluta, mentre i conservato­ri ottengono 9 seggi.

IN SCOZIA è una disfatta, ma siccome lo Scottish National Party tiene, il dato da analizzare spaventa: anche parte della base laburista avrebbe scelto i conservato­ri, trainati dal carisma della tostissima Ruth Davidson. E qui il messaggio sembra andare oltre i limiti delle amministra­tive: Davidson è la paladina dell’Unione contro i piani secessioni­sti del primo ministro Sturgeon, e questo voto allontana la prospettiv­a di un secondo referendum indipenden­tista dopo quello fallito nel 2014.

Arretrano anche i Lib-Dem, portabandi­era anti-Brexit: conferma che alla Gran Bretagna profonda dell’Europa non importa granché? Si vedrà alle politiche.

Corbyn, leader laburista, appare nell’enclave sicura di Liverpool, non risponde alle domande dei giornalist­i e, in serata, diffonde un comunicato: “Abbiamo perso seggi ma stiamo chiudendo il gap con i Conservato­ri… Abbiamo cinque settimane per vincere le Politiche e trasformar­e completame­nte la Gran Bretagna in una nazione per tutti, non per privilegia­ti. Sappiamo che è un’impresa non da poco, una sfida di portata storica. Ma noi, il movimento del Labour e i cittadini britannici, non possiamo non cogliere quest’occasione. Invito tutti a votare Labour, perché le cose possono cambiare, e cambierann­o”.

Abbiamo perso seggi ma stiamo chiudendo il gap con i Conservato­ri abbiamo cinque settimane per vincere le Politiche JEREMY CORBYN

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Ansa Jeremy Corbyn

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