Il Fatto Quotidiano

Come rivoluzion­are le urne con un ghigno di carta

Gli scoop del Canard Enchaîné hanno fatto fuori Fillon, il candidato della destra partito favorito. Charlie Hebdo: “Andate a votare”

- » LUANA DE MICCO

Per una volta non c’era un disegno sulla prima pagina dell’ultimo numero di Charlie Hebdo, uscito mercoledì, ma una scritta in grosse lettere bianche su fondo nero: “Second Tour. Faut-il vraiment faire un dessin ?”. Che in italiano può essere reso così: “Ballottagg­io. Fare un disegno è davvero necessario?”.

Una scelta editoriale che non poteva essere più chiara di così: “È un messaggio che si rivolge agli astensioni­sti. Anche se al ballottagg­io non figura il candidato che speravano, bisogna comunque andare a fare il proprio dovere di fronte al Front National”, ha spiegato il direttore, Riss. Il giornale satirico, che nel gennaio 2015 era stato attaccato a colpi di kalashniko­v dai fratelli Kouachi, non poteva non prendere posizione.

IN UN EDITORIALE del 26 aprile, dunque dopo il primo turno che aveva visto esclusi dalla corsa per l’Eliseo i partiti tradiziona­li della gauche e della dr oi te , sempre Riss aveva scritto: “Ci restano 15 giorni per fare la nostra scelta. In realtà 15 minuti dovrebbero bastare. Come esitare tra Macron e Le Pen? Non è nostra abitudine dare istruzioni di voto – scriveva ancora Riss – perché Charlie Hebdo non è un partito politico, ma non biso- gna essere ipocriti. I nostri valori sono sempre stati agli antipodi con quelli del Front Nati ona l”. Ora che i sondaggi danno di nuovo Macron vincente col 62%, che la Le Pen è uscita disastrata dal dibattito tv, abbiamo chiesto a Gérard Biard se ha ancora dubbi sul risultato: “Evito i pronostici e non credo che la vittoria di Il settimanal­e satirico prende il suo nome a fine 1970 per aggirare la censura. Nel 2006 le caricature di Maometto portano minacce islamiche e nel gennaio 2015 subisce l’attentato.

Canard Enchaîné

Fondato nel 1916, è un settimanal­e umoristico e soprattutt­o di scoop politici Macron debba essere considerat­a automatica. Bisogna diffidare dell’astensione e del voto bianco. Ma penso che, anche se non raccoglier­à l’80% come Chirac nel 2002, verrà eletto”, risponde il caporedatt­ore di Charlie . In questa campagna elettorale i giornali hanno giocato un ruolo determinan­te. Il numero del 1° febbraio del Canard enchaîné era andato a ruba. Anzi il settimanal­e, già noto per tanti clamorosi scoop, aveva dovuto aumentare di 100 mila copie la sua tiratura normale. Quel giorno rivelava che Penelope, la moglie del candidato dei Républicai­ns, François Fillon, aveva intascato centinaia di migliaia di euro come assistente parlamenta­re del marito, ma forse senza mai avere svolto il lavoro. Nel corso delle settimane il Canard ha distillato altri dettagli, rivelando per esempio che anche due figli di Fillon erano stati assunti come collaborat­ori, senza che ci fossero prove del lavoro svolto. Appena il 5 luglio 2016 il Canard aveva compiuto 100 anni di vita. Era stato fondato dal giornalist­a Maurice Maréchal che aveva scelto il logo dell’anatra incatenata per “incatenare” le false notizie della propaganda del dopoguerra. La satira e l’informazio­ne, questa l’arma di uno dei giornali più indipenden­ti e coraggiosi della stampa francese.

QUEL GIORNO il Canard, che politicame­nte certo non si può non collocare a sinistra, aveva compromess­o le chance di vittoria del candidato della destra conservatr­ice, dato a lungo per favorito. Attenzione però a definirlo “solo” giornale satirico: “Innanzitut­to è un giornale di informazio­ne. Ed è l’informazio­ne e non la satira ad aver rivelato l’affaire Fillon – osserva Biard - certo, con le rivelazion­i del Canard la destra ha perso un’elezione imperdibil­e, ma non è la prima volta che succede”. Biard ricorda che proprio il Canard aveva contribuit­o nel 1981 alla sconfitta di Valéry Giscard d’Estaing contro François Mitterrand rivelando che il presidente uscente aveva ricevuto dei diamanti dal dittatore Bokassa. “Oggi sembra che il ruolo dei giornali sia amplificat­o – aggiunge – perché ci sono internet e i social. Si è in un flusso continuo di informazio­ni non sempre esatte. In realtà durante le campagne elettorali ci sono sempre stati scandali”.

D’Estaing e Bokassa Proprio il giornale dell’anatra incatenata nell’81 aveva rivelato lo scandalo dei diamanti

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