Renzi avvia l’operazione voto Gentiloni è sotto schiaffo
Accuse all’esecutivo (seguite dalle solite smentite). Oggi l’atto di fondazione del PdR
L’Assemblea nazionale del Pd traccerà le linee guida del lavoro dei prossimi mesi. Voglio chiedervi una mano: su quali temi secondo voi dovremo lavorare di più? Quali parole vorreste far risuonare nel corso della nostra discussione?”. La nuova frontiera politico- comunicativa ( meglio, comunicativo- politica) di Matteo Renzi passa per Facebo ok. Post di venerdì sera, commenti, qualche migliaio. La partecipazione piace agli elettori e va anche abbastanza di moda. E poi, meglio assecondarli i social.
MA SE NON fosse solo questo? Se il segretario del Pd fosse così confuso da dover ricorrere davvero ai suggerimenti della “ggente”? Il corto circuito - più o meno volontario - è di ieri mattina. Alle 9 e 10 le agenzie battono il comunicato dell’ufficio stampa del Pd: “Quanto viene riportato in un articolo sul Corriere della Sera, attribuito a Matteo Renzi, è completamente destituito di qualsiasi fondamento. Si tratta di virgolettati e ricostruzioni riconducibili esclusivamente alla fantasia della giornalista”. Strano, in molti la mattina leggono questi pezzi per capire il Renzi- pensiero. L’oggetto di tale veemente smentita è la tesi dell’articolo, sintetizzata in un virgolettato attribuito all’ex premier: “Non è pensabile andare avanti un altro anno così”. È il segreto di Pulcinella, più famoso d’Italia: quello che Renzi vuole andare a votare. Però, in un altro retroscena sul Mes- saggero si legge che il segretario del Pd “picconerà” fino al 2018 Gentiloni. Il trucco è antico: diffondere la versione A, poi la versione B, e poi magari la A per smentire la C. Con dichiarazione finale di politico vicino al Capo che è una mezza smentita della smenti- ta (ieri tocca a Lorenzo Guerini: “Il governo ha il pieno sostegno del Pd, ma l’obiettivo è fare le cose che servono all’Italia e agli italiani, non prolungare la legislatura”). Si abitua il Paese a un percorso stabilito, in modo che a un certo punto sembri l’effetto im- mutabile degli eventi. Nei giorni dell’assalto a Letta, i renziani si dividevano tra quelli che giuravano che il capo non sarebbe mai andato a Palazzo Chigi senza elezioni e quelli che confessavano, che, invece no, poteva. Caos premeditato sui giornali.
IN QUESTOcaso il caos è altrettanto premeditato, ma la strategia è molto meno chiara. Il segretario vuole andare a votare in autunno, per questo “conta” gli “incidenti”: l’elezione di Mimmo Torrisi alla presidenza della Commissione Affari costituzionali del Senato, nonostante lui avesse indicato un altro; la norma anti Cantone, ora pure la legittima difesa. Poi ci sarà la vicenda Alitalia. Renzi spinge perché la legge elettorale si faccia per decreto (tanto è vero che oggi nell’Assemblea del Pd non dovrebbe tirare fuori nessuna proposta), Sergio Mattarella e Pietro Grasso gli hanno chiarito che non se ne parla. Insomma, tutta la forza che oggi certificherà l’Assemblea, eleggendo una direzione in cui lui ha da solo (ovvero senza gli altri della mozione) peserà più del 50%, potrebbe non bastargli. Parlerà di Alitalia, della manovra, dei rapporti con l’Europa. Pronto a dettare la linea e al limite a cercare di passare per il segretario di lotta e di governo. Difficile, visto che il governo Gentiloni è molto più vicino a lui di quello di Letta. Non è detto che i giochi di prestigio comunicativi funzionino. A proposito di comunicazione, anche oggi la metterà sul banco degli imputati. Quello sulla legittima difesa è stato un errore di “comunicazione”. Che poi è anche vero, ma nel senso che l’ex premier non voleva comunicare né un
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Assemblea Pd Dirà al parlamentino dem che sulla legge elettorale tocca agli altri farne una
eccessivo inasprimento delle norme, né un intervento light. Quindi il problema è politico. Oggi, Renzi ri- annuncerà “Bob”, la piattaforma digitale che dovrebbe fare la guerra ai Cinque Stelle sulla Rete. Sempre di realtà virtuale si tratta.