“Pistola Libera” è la vera legge sul fine vita
La vita è un valore solo se è di un malato terminale, per i ladri invece...
Noi
diremmo di lasciarla così com’è, la nuova legge sulla legittima difesa voluta dai buontemponi del Pd e dagli alfaniani, appena passata alla Camera col voto di tutta la maggioranza esclusi i bersaniani di Articolo 1. Infatti, benché nelle intenzioni dei cosiddetti legislatori e del relatore, l’asserito responsabile Giustizia del Pd David Ermini, serva a stabilire che in casa propria “in tempo di notte” si può sparare sempre, anche se non si è aggrediti, minacciati o ingannati, ovvero si può farlo anche di giorno solo se sussistono queste condizioni (mah), noi crediamo che possa sopperire alle ambiguità del nostro ordinamento sul tema del cosiddetto fine vita.
NON PARLIAMO del fine vita dei ladri, ma delle persone perbene. Gli alleati catto-alfania- ni del Pd che hanno applaudito alla legge, infatti, sono gli stessi che al Senato attendono al varco la legge sul testamento biologico, presentata da M5S e altri partiti e appena approvata alla Camera, per azzopparla insieme a Lega, FI e Fd’I.
Questi ammiratori delle armi, giubilanti perché finalmente chi vede violata la propria casa (comprese le pertinenze: giardini, solai, cantine) ha diritto di mettere fine alla vita dei malintenzionati senza stare a vedere se c’è proporzione con l’offesa, non vogliono sia riconosciuto alcun diritto a chi nel pieno delle proprie facoltà dispone di morire in modo dignitoso e sotto controllo sanitario, cioè senza spararsi una pallottola in testa. In ogni caso la legge sul fine vita introduce solo le Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento), cioè l’interruzione delle cure, e non il suicidio assistito, perché questo Parlamento di ipo- criti, che arma i cittadini perché si accoppino l’un l’altro, tiene molto alla vita di chi non ritiene più possibile viverla, e col suo esercito etico-elettorale di baciapile, sentinelle in piedi e family dayisti impedisce che un malato in stato vegetativo disponga della sua proprietà più preziosa. Non solo: processa per istigazione al suicidio chi, familiare o ami- co, lo assista nel viaggio in qualche nazione progredita dove i cittadini sofferenti non sono costretti a gettarsi da un cavalcavia (è appena successo a Marco Cappato, che ha accompagnato Dj Fabo nella clinica svizzera Dignitas).
ED ECCO L’UTILITÀ della legge sulla legittima difesa. Un malato terminale che non ha soldi per andare in Svizzera o non vuole lasciare processi e condanne in eredità a chi gli vuole bene, potrebbe introdursi in casa del vicino al calar delle tenebre e colà attendere che il padrone di casa si svegli e gli punti la pistola contro. A quel punto è fatta: fingendosi ladro, il malato (che può farlo anche di giorno, basta che minacci l’aggredito o premetta di essersi intrufolato con l’inganno) avrà esercitato il suo diritto a morire; l’uccisore subirà un processetto formale che terminerà con una assoluzione e il rimborso delle spese processuali, e la sua faccia finirà stampata sulle magliette dei leghisti come un eroe.
Ora Renzi vuole rimangiar- si il “pasticcio” di una legge sbeffeggiata da tutta la websfera, e, introducendo il diritto di sparare sia di giorno che di notte, spera che FI e i verdiniani gliela votino al Senato (il leaderino s’è accorto che il Senato serve così com’è, e non come lo voleva lui, trasformato in sala hobby per consiglieri regionali).
Bizzarro, per uno che qualunque cosa twitti ci mette gli hashtag # av anti e # i nca mmi no. Nel Paese dell’eterna commedia, una legge scritta per vellicare i furori (e i voti) dei pistoleri sarebbe potuta diventare per paradosso il non plus ultra della civiltà e del laicismo. En marche! sì, ma indietro.
Usi alternativi Chi volesse porre fine alle sue sofferenze, può sempre infilarsi di notte in casa del vicino...