Truffe, disservizi e confusione Il bluff del “730” precompilato
Fisco Un esercito di persone lavorano per far funzionare un sistema inefficiente: intanto aumenta l’evasione e godono gli intermediari
Far passare il 730 precompilato come l’inizio della grande semplificazione del fisco italiano è solo una mistificazione, quelli che fanno da soli sono molto pochi, la gran parte fa gestire la propria posizione da intermediari, anche non autorizzati, e qualcuno di questi è riuscito anche a specularci, approfittando del possesso dei codici Pin, per intascare i rimborsi”. La denuncia di un ex dirigente delle Entrate al Fatto è fondata al punto che la stessa agenzia guidata da Rossella Orlandi, dopo le prime segnalazioni, sta correndo ai ripari per turare la falla: finora l’erario non controllava se l’Iban dichiarato dall’intermediario per incassare i crediti fiscali fosse realmente del contribuente a cui era intestata la dichiarazione.
FRODI A PARTE, resta il bluff di un’innovazione che doveva mettere in condizione chiunque di farsi da solo la dichiarazione dei redditi. Ma che - per com’è concepita e grazie a una valanga di deduzioni e detrazioni distribuite per anni come mance senza modifiche dalla grande riforma del 1972 - riesce solo a ingrassare una classe di intermediari sempre più ipertrofica e a inceppare la macchina del fisco sul versante della lotta all’evasione.
Secondo l’ultima relazione della Corte dei Conti, nel 2015 i“Pin” rilasciati ai contribuenti sono stati 2,384milioni, dei quali 2.131.731 richiesti per la dichiarazione precompilata. Nel 2016, ha spiegato Orlandi, hanno trasmesso direttamente il 730 circa 2 milioni di soggetti, contro 1,4 milioni del 2015. Complessivamente, i contribuenti che si sono rivolti a Caf, professionisti e sostituti d’imposta che prestano l’assistenza fiscale sono circa 17,9 milioni. Coloro che accedono online alla precompilata aumentano, ma anche i contribuenti che affidano il loro Pin a un intermediario, autorizzato o clandestino, per verificarla e, se serve, contestarla.
Come mai? In oltre il 95% dei casi i dati proposti sono stati accettati dai cittadini, sottolinea Orlandi. Il fatto è che per l’attività di assistenza fiscale prestata da Caf e professionisti abilitati, lo Stato riconosce loro quest’anno 16,90 euro per le attività svolte “se la dichiarazione è trasmessa senza modifiche dei dati indicati nella dichiarazione” e 17,70 euro “se la dichiarazione è trasmessa con modifiche che comportano variazione dei dati”. Insomma un click e l’incasso è assicurato per intermediario e fisco. Un fiume di denaro che finisce in gran parte nel variegato mon- do dei Caf, dove abbondano le denunce sul personale sfruttato e sottopagato.
Gli esperti consigliano sempre di fare un check sui dati inseriti: l’Agenzia delle Entrate, infatti, non sempre considera tutti i dati che gli sono arrivati per predisporre i 730. Quest’anno l’Agenzia ne ha precompilati 20 milioni, a cui si aggiungono altri 20 milioni di modelli Redditi ( ex Unico) che potranno essere inviati onlinefino al 2 ottobre. Se si contano anche i familiari a carico, i dati precaricati riguardano oltre 59,7 milioni di cittadini, quasi tutti i residenti italiani. Quest’anno sono confluiti nei server del Fisco oltre 800 milioni di dati: 690 milioni relativi a spese sanitarie; circa 94 milioni sui premi assicurativi; più di 7,6 milioni di bonifici per ristrutturazioni, arredo e risparmio energetico; oltre 8 milioni di interessi passivi sui mutui; circa 5,6 milioni relativi a ristrutturazioni condominiali e quasi 4,5 milioni su contributi previdenziali.
Intanto la cosiddetta “stagione delle dichiarazioni” impegna in Italia milioni di persone, tra funzionari del fisco, Caf, consulenti e contribuenti, per un lungo periodo di tempo. “Complessivamente sono presenti nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche ben 70 agevolazioni (detrazioni, deduzioni e crediti) da comprovare/precompilare che interessano tutte le tipologie di contribuenti. Il numero di agevolazioni della nostra Irpef non è confrontabile con nessun altro sistema fiscale comparabile”, dice l’esperto di informatica tributaria Lelio Violetti, per anni all’Anagrafe tributaria, che oggi elabora studi e statistiche per Lef, associazione per l’equità e la legalità fiscale.
NEGLI STATI UNITI, che è il Paese che ne ha di più, osserva Violetti, il numero totale fra detrazioni e deduzioni assomma a una trentina. In aggiunta c’è anche da rilevare che i contribuenti Usa hanno la possibilità di optare per una deduzione forfetaria grazie alla quale oltre il 65% dei contribuenti non inserisce le spese deducibili in dichiarazione e quindi non conserva la relativa documentazione. In Gran Bretagna i dipendenti e pensionati attraverso il sistema “P ay e” non presentano dichiarazione. In Francia e Spagna si richiede alla gran parte dei contribuenti di impegnarsi per un tempo ragionevole (da 10 minuti a mezz’ora) per compilare e presentare la dichiarazione dei redditi. La richiesta delle agevolazioni invece in Italia muove centinaia di milioni di documenti. “È u-
no spreco impressionante di energie, tempo e denaro”, conclude l’esperto tributario, “anche in considerazione del fatto che circa 10 milioni di contribuenti, un quarto del totale, quelli più bisognosi, non ne usufruiscono perché incapienti: sembra quasi che si sia deciso di far girare l’economia attraverso l’apparato pubblico - distratto così dal controllo dell’evasione - e privato che segue la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche”.
L’EX DIRIGENTE DELLE ENTRATE
I cittadini che fanno da soli sono pochi E molti intermediari, anche non autorizzati, hanno approfittato dei codici Pin dei clienti per intascare i rimborsi L’ESPERTO TRIBUTARIO
Sembra si sia deciso di far girare l’economia attraverso l’apparato pubblico, distratto così dalla lotta agli evasori, e privato che segue la dichiarazione Irpef