Colombo, Mele e Micciché: polvere bianca, che passione

Il rapporto tra cocaina e politici è storia lunga, fatta di scandali, gossip e leggende metropolitane. A qualsiasi cronista politico ogni tanto arriva puntuale il pettegolezzo sul vizietto di questo o quell’ onorevole ( uomini e donne). “Quello tira come un’ aspirapolvere ”. “Quella non si alza la mattina senza sniffare”. D’altronde, se la classe politica è lo specchio del Paese, non c’è da sorprendersi. Ma lasciamo i pettegolezzi e passiamo ai fatti.

In passato lo scandalo più eclatante sull’ argomento è stata un’ inchiesta delle Ienedell’ottobre del 2006. Con la scusa di una finta intervista, venne fatto di nascosto un tampone frontale a 50 deputati. Risultato: uno su tre risultò positivo all’uso di droghe, il 24% alla cannabis el ’8% alla cocaina. Polemiche a non finire e intervento del garante della privacy, che condannò gli autori per “averle so l’ immagine pubblica e l’ onorabilità dell’istituzione”. Non la ledeva, però, Emilio Colombo , senatore a vita scomparso nel 2013, noto consumatore di cocaina per sua stessa ammissione (nel 2010 in un’intervista chiese pubblicamente scusa al Paese), finito pure in un’inchiesta in cui erano indagati due finanzieri della sua scorta, che gli andavano a comprare la coca. Altro consumatore, per sua stessa ammissione, è il forzista Gianfranco Miccich. “Ero cocainomane da giovane, ora non lo sono più”, ha detto in radio, alla Zanzara. E coca c’era pure nella folle notte del luglio 2007 dell’ex deputato Udc Cosimo Mele in un hotel di via Veneto, finita con una giovane escort in ospedale per overdose. “Molti senatori sniffano, io sono medico e li riconosco dalle pupille”, raccontò il senatore Lucio Barani . Insomma, potere (politico) e coca vanno spesso a braccetto. Come ha dimostrato il servizio di Mi ll ennium, in Parlamento la coca è spesso di casa. In serata, l’ufficio stampa di Montecitorio ha precisato che quei bagni sono accessibili a tutti quelli che entrano nel palazzo e non solo ai deputati.