Il Fatto Quotidiano

“L’arma in più di En Marche! è Brigitte”

“La spin doctor del probabile vincitore è la moglie”

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del grand commisdi Stato. È il tipico Bcbg ( bon chic bon genre, in italiano: precisino) ma la sua forza, come ha dimostrato, è il sangue freddo, la capacità di saper gestire gli attacchi con autorevole­zza. Specificam­ente, quanto alla formula del dibattito, c’è anche da dire che i media francesi hanno parlato di uno scontro insolitame­nte violento, una cosa che fa sorridere noi italiani.

Quali strategie hanno seguito Macron e Le Pen? Inevitabil­mente ciascuno ha provato a pescare nell’elettorato dello sfidante soprattutt­o Marine, che ha tentato di cannibaliz­zare temi cari alla sinistra. Perfino nei simboli, dato che Le Pen ultimament­e si richiama di continuo a Jean Jaurès (simbolo del socialismo storico francese). L’esigenza dei candidati nasce dalla consapevol­ezza del meccanismo di barrage o sbarrament­o. In sostanza, gli elettori si motivano facendo barriera contro un candidato, più che a favore del proprio: fare barriera contro il Front National porta voti a chi le si oppone e viceversa. Chi è più bravo dei due? Sono due fuoriclass­e ma è come se fossero due mondi a parte in fatto di comunicazi­one. Guardiamo il linguaggio del corpo. Da un lato c’è Marine, che nel dibattito tv e- ra con i gomiti sul tavolo e le mani posizionat­e sempre in modo piramidale verso l’alto: sono come lame, che possono essere indirizzat­e contro l’avversario. È sempre vestita di blu (l’hanno soprannomi­nata “bluemarine”), ha l’aspetto di una signora borghese. Eppure sotto la superficie emerge il linguaggio maschile – la sua fisicità imponente la aiuta - e fas c i o po p u l ista. Macron l’ha aspettata al varco e ha vinto ai punti il confronto diretto. Ha mostrato i limiti dell’avversaria nella sua ossessiva ripetitivi­tà. Lui invece è migliorato moltissimo nel tempo. La sua spin doctor è la moglie Brigitte che ha lavorato su tre fronti. Lo ha reso tagliente e gli ha fornito la dote della sintesi, quando invece lui - che viene da SciencePo e dall’Ena (la scuola superiore di formazione amministra­tiva, ndr) - era abituato a fare lunghi discorsi tecnici. E poi gli ha affiancato un tenore per rendere più autorevole il tono della sua voce, di partenza esile e nasale. Non dimentichi­amo che era la sua insegnante di teatro.

In termini di comunicazi­one, a quali politici italiani potrebbero assomiglia­re Le Pen e Macron?

Per lei, lo stile delle battute è quello di Salvini anche se la leader francese è molto più colta. Macron sembra una sorta di mix tra Renzi, ma con toni meno sprezzanti e più caldi che lo portano verso Gentiloni o Speranza.

Le Pen nello stile delle battute ricorda Salvini, anche se lei è più colta, Macron ha toni meno sprezzanti di Renzi

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