Il Fatto Quotidiano

Cgil in piazza, riparte dalla carta dei diritti e articolo 18

- » ROBERTO ROTUNNO

“Quella di oggi è una festa per la legge sui voucher e sugli appalti, ma anche un'occasione per dire che non smobilitia­mo fino alla r ei n tr oduzione dell'articolo 18 e all'approvazio­ne della Carta dei diritti”. Susanna Camusso parla dal palco di Piazza San Giovanni Bosco a Roma, dove va in scena una specie di bis del concerto del primo maggio. Migliaia di partecipan­ti giunti da tutta Italia, bandiere rosse al seguito, per rivendicar­e il ruolo politico assunto dalla Cgil. I quesiti referendar­i recepiti, insomma, al sindacato non bastano: vuole che il Parlamento trasformi in legge la proposta del nuovo statuto dei lavoratori. “La Carta è incardinat­a alle Camere – dice Camusso – non è rinchiusa in un cassetto”. Si tratta di 92 articoli redatti dal sindacato: si parte dall'estensione, ai lavoratori autonomi, dei diritti dei dipendenti. Nessun riferiment­o, invece, a un salario minimo di legge: un modo per rivendicar­e il ruolo nella contrattaz­ione collettiva. Supremazia riconosciu­ta al contratto a tempo indetermin­ato: quelli a termine, invece, vanno motivati sia in fase di attivazion­e sia in caso di mancato rinnovo. Vietati i controlli a distanza in fabbrica, soprattutt­o se usati per migliorare la produttivi­tà. Immancabil­e, il reintegro contro quasi tutti i licenziame­nti illegittim­i nelle imprese con almeno 5 dipendenti (il contenuto del quesito dichiarato inammissib­ile dalla Consulta poiché propositiv­o).

Spazio anche ai nuovi voucher, da limitare però ai lavori domestici e alle manifestaz­ioni culturali e percepibil­i solo da disoccupat­i, studenti e pensionati per massimo 2.500 euro all'anno. Per il resto, tutto come prima: i buoni suggeriti dalla Cgil valgono sempre 10 euro lordi all'ora (7,50 al netto di contributi e assicurazi­one).

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