Cgil in piazza, riparte dalla carta dei diritti e articolo 18
“Quella di oggi è una festa per la legge sui voucher e sugli appalti, ma anche un'occasione per dire che non smobilitiamo fino alla r ei n tr oduzione dell'articolo 18 e all'approvazione della Carta dei diritti”. Susanna Camusso parla dal palco di Piazza San Giovanni Bosco a Roma, dove va in scena una specie di bis del concerto del primo maggio. Migliaia di partecipanti giunti da tutta Italia, bandiere rosse al seguito, per rivendicare il ruolo politico assunto dalla Cgil. I quesiti referendari recepiti, insomma, al sindacato non bastano: vuole che il Parlamento trasformi in legge la proposta del nuovo statuto dei lavoratori. “La Carta è incardinata alle Camere – dice Camusso – non è rinchiusa in un cassetto”. Si tratta di 92 articoli redatti dal sindacato: si parte dall'estensione, ai lavoratori autonomi, dei diritti dei dipendenti. Nessun riferimento, invece, a un salario minimo di legge: un modo per rivendicare il ruolo nella contrattazione collettiva. Supremazia riconosciuta al contratto a tempo indeterminato: quelli a termine, invece, vanno motivati sia in fase di attivazione sia in caso di mancato rinnovo. Vietati i controlli a distanza in fabbrica, soprattutto se usati per migliorare la produttività. Immancabile, il reintegro contro quasi tutti i licenziamenti illegittimi nelle imprese con almeno 5 dipendenti (il contenuto del quesito dichiarato inammissibile dalla Consulta poiché propositivo).
Spazio anche ai nuovi voucher, da limitare però ai lavori domestici e alle manifestazioni culturali e percepibili solo da disoccupati, studenti e pensionati per massimo 2.500 euro all'anno. Per il resto, tutto come prima: i buoni suggeriti dalla Cgil valgono sempre 10 euro lordi all'ora (7,50 al netto di contributi e assicurazione).