Il Fatto Quotidiano

Cazzeggian­do sull’orlo del baratro: Renzi e l’Italia

- » MARCO PALOMBI

Si ricomincia. Messaggini ai giornali amici prontament­e smentiti il giorno dopo, ma per finta. Pareri un tanto al chilo su questo e su quello. Bullismi vari. Sondaggi trionfalis­tici che sostituisc­ono quelli mesti di qualche giorno fa. Insomma, è tornato Renzi, accolto dal sistema dei media con la gioia del bambino a cui hanno restituito il giocattolo. Lui sa poco e niente, quelli che lo raccontano anche meno di lui, tutto è perdonato, tutto è possibile: spezzeremo le reni dell’Europa, ma faremo pure quel che vuole l’Euro- pa; faremo deficit e pareggio di bilancio; dieta e abbuffate; sesso e astinenza. In questa terra del Bengodi, ma anche della Quaresima, in cui siamo tornati dopo la pausa post 4 dicembre è come se non si riesca a percepire una cosa: Renzi è la luce di una stella morta, la vedi ancora, ma la fonte è spenta. Ora vuole portarci a votare prima che, come “ci chiede l’Europa”, il governo faccia una manovra che uccida quel poco che ancora si muove nell’economia italiana. Non si sa se Renzi sia convinto di poterla evitare perché lui è figo e Gentiloni no o se, sempliceme­nte, non vuole pagarne il costo elettorale: sta di fatto che, con la legge che si profila, difficilme­nte tornerà a Palazzo Chigi e, seppure, sarà un premier assai più debole di come è stato prima di suicidarsi. D’altra parte, siccome Draghi tra un po’ sarà costretto dalla Germania a smettere di acquistare debito italiano, la manovra la farà il governo o la faranno i mercati. Il baratro è a pochi metri e noi guardiamo un tizio che, se gli indicano la luna, si disinteres­sa pure del dito.

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