Il Fatto Quotidiano

Fazio torna ad attaccare la Rai “Troppe ingerenze politiche”

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Resto, vado, scusi tornerò. In Rai, archiviata l’en ne si ma stagione di Ballando con le

s te ll e, il balletto continua a farla da padrone grazie alle piroette di Fabio Fazio. A distanza di un mese dall’intervista rilasciata a Repubblica­in cui ha criticato Viale Mazzini per il tetto agli stipendi, il conduttore di Che tempo che fa ritorna ad attaccare la tv di Stato. “Non posso rimanere in Rai se vengo considerat­o un costo, un peso e non un valore. Per restare deve essere chiara questa cosa”, si è sfogato Fazio nel corso di un incontro con Aldo Grasso al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani. Ed ancora: “Mai l’ingerenza politica è stata così forte come in questi tempi sulla tv pubblica. Non è né ammissibil­e né accettabil­e. Non c’è azienda al mondo che possa reggere questi peso – ha aggiunto – con qualcuno da fuori che ogni giorno ti dice cosa puoi o non puoi fare”. Fazio ha poi spiegato: “Siccome la Rai è la mia vita e io sono tra quelli che si trovano nelle condizioni di poter andare a lavorare altrove, sento di dover dire la verità”.

PAROLE MOLTO dure che arrivano a ridosso di un’importante scadenza, che forse avrà dato nuovo vigore al conduttore: nel mese di giugno scadrà il suo contratto con la Rai, ma è ancora tutto da definire (si parla di trattative con La7). Certo è che se Viale Mazzini decidesse di rinnovarlo, dovrebbe sborsare un cachet milionario: il contratto, da esterno, è di 1,8 milioni di euro. Fazio, infatti, non è rientrato nella stretta che ha invece dato una tagliatina ai super stipendi dei dirigenti. Dopo settimane di discussion­e al riguardo, i contratti di prestazion­e artistica sono stati esclusi dal perimetro di applicazio­ne del limite ai compensi Rai previsto dalla legge.

E così Fazio, proseguend­o nell’intervista, alterna bastone e carota. “Dopo 33 anni di Rai e tante bellissime pagine scritte insieme, non è più pensabile essere considerat­o uno che prende qualcosa che non è suo. Io sono consapevol­e di essere un privilegia­to che guadagna molto. Ma – ha detto il conduttore di Rai3 - siamo qui a parlare di tv e una cosa la so: quello che non dovrò fare è portare i figli a scuola e rischiare di essere insultati per quello che ho preso o non ho preso o essere minacciati di morte sui social”. Secondo il conduttore il tema non è, quindi, il suo contratto ma se la Rai sia in grado di stare sul mercato: “Bisogna chiedersi se l’azienda debba essere una specie di ammortizza­tore sociale. La Rai non è il teatrino su quanto guadagniam­o. Se è un problema, si toglie il disturbo immediatam­ente”. Ma attenzione a fraintende­re: quello di Fazio “non è un aut aut, è un’esigenza di chiarezza”.

“Quello che ha raccontato Fabio, le minacce, è inaccettab­ile. Non ci può essere questa situazione. è un patrimonio Rai”, si è limitato a commentare il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, sempre dal palco di Dogliani. Ma per il dem Michele Anzaldi, segretario della commission­e di Vigilanza Rai, si tratta di “uno scivolone, una caduta di stile, un autogol perchè Fazio teme per il suo megastipen­dio”.

Distanze Se il dg Dall’Orto chiarisce: "Fabio è un patrimonio Rai", per Anzaldi Fazio “teme per il suo megastipen­dio”

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