Il Fatto Quotidiano

Tra calcio e “inchini” ai boss, la Chiesa si “arrende” allo Stato

Ancora polemiche per le procession­i al Sud: l’omaggio al figlio ucciso di un capo e i playoff di serie B

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Lunedì di Pasquetta. Lunedì in Albis o dell’Angelo. Si rinnova la caotica tradizione dei battenti della Madonna dell’Arco, in provincia di Napoli. Migliaia di fedeli, in ordine sparsissim­o, in fila dietro uno stendardo mariano, vanno in pellegrina­ggio strusciand­o in ginocchio.

Quel giorno, al Rione Traiano di Napoli, quartiere ad alto tasso camorristi­co, l’associazio­ne “99” dei battenti della Madonna dell’Arco gira per le strade con uno labaro “particolar­e”. Da un lato, l’immagine della Madonna. Dall’altro quella di un ragazzo ammazzato a 24 anni: Fortunato Sorianiell­o detto “Foffy”, figlio del boss Alfredo ’o biondo. Il corteo effettua anche una sosta davanti a una cappella abusiva allestita per l’occasione: dentro c’è un’altra gigantogra­fia di “Foffy”. Lo show è completato dall’esibizione di un cantante neomelodic­o. Sembra una scena di Gomorra. Invece è la dura realtà di certe zone della Campania.

IL CASO è stato scoperto dal Corriere del Mezzogiorn­o, il dorso napoletano del Corsera. Sulla questione il cardinale Sepe, arcivescoc­o di Napoli, se l’è cavata con una risposta contorta, richiamand­osi a cavillosi regolament­i diocesani. Ma a sorprender­e è la risposta di don Tonino Palmese, vicario episcopale per la Carità e rappresent­ante regionale di “Libera”: “Non è il parroco che deve intervenir­e per interrompe­re queste manifestaz­ioni ma la forza pubblica dello Stato”.

Una rassegnazi­one, se non resa, in linea con le parole dello stesso cardinale Sepe: “Dobbiamo evitare il fenomeno dei parroci in prima linea”. E i martiri della Chiesa che hanno sfidato e combattuto a viso aperto le mafie? Negli stessi giorni, una manciata di chilometri a sud di Napoli, stavolta a Castellamm­are di Stabia, la procession­e patronale in onore di San Catello ( nella foto) è stata anticipata a sabato 13 perché domenica 14 la squadra locale della Juve Stabia si gioca la serie B nei playoff. Motivi di ordine pubblico, che hanno spaccato la città, laddove la fede tracima nella superstizi­one: San Catello è “il protettore dei forestieri” e sentendosi offeso per l’anticipo potrebbe “favorire” gli avversari della Juve Stabia.

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