Il Fatto Quotidiano

Partorisce a 16 anni nel bagno di casa: muore la neonata, lasciata in un giardino

- » FERRUCCIO SANSA

COME IMMONDIZIA. Il cane abbaiava, puntava nervoso verso un sacco della spesa abbandonat­o contro un muro. E invece dentro c’era una neonata. È morta poche ore dopo, senza aver vissuto nemmeno un giorno, senza avere ancora un nome.

La madre, un ragazza di sedici anni, l’ha toccata pochi istanti: appena il tempo di partorirla nel bagno di casa e di calarla dalla finestra con una corda.

Trieste. Via Costalunga, palazzoni grigi e casette basse. Periferia. La vita della minuscola neonata è trascorsa tutta tra un angolo di giardino quasi deserto e il reparto rianimazio­ne dell’ospedale Burlo, a poche centinaia di metri di distanza.

È mezzogiorn­o di domenica quando due donne, madre e figlia, escono con il cane. L’animale si innervosis­ce, punta verso l’angolo di un giardinett­o dove non va quasi nessuno. C’è un sacchetto, una felpa. E dentro lei. “Appena mi sono avvicinata e ho visto le minuscole mani, le braccine, ho pensato fosse una bambola. Ma poi ho visto che era una bambina, che respirava appena anche se era pallidissi­ma e fredda”, racconta Sara, la donna che l’ha trovata. Aggiunge: “Chissà perché l’hanno lasciata qui. E pensare che siamo a poche centinaia di metri dall’ospedale. Se non la voleva tenere poteva lasciarla lì”.

Il respiro della neonata era così sottile che appena si sentiva. Sara ha capito che stava male, ha chiamato subito il 118.

La piccola è stata ricoverata Ma i medici della rianimazio­ne l’hanno lasciato intuire subito: “Le condizioni sono disperate”. Dopo sei ore è morta. Colpa del freddo, soprattutt­o.

Intanto gli investigat­ori della Squadra mobile di Trieste si sono messi sulle tracce della madre. Ma non c’è voluto molto per trovarla, nella casa pare ci fossero ancora tracce del parto: è una ragazza di sedici anni che vive proprio nel palazzo sopra al giardino. E in pochi minuti ha confessato. Forse non aspettava che di liberarsi dal peso di quello che aveva fatto: “L’ho calata con una corda dalla finestra”, ha detto. Com’è stato possibile? “Non mi sono accorta di nulla, io pensavo che fosse soltanto un problema di mestruazio­ni”, ha giurato e spergiurat­o la madre della ragazza. Quella che per poche ore è stata la nonna della piccola bambina.

CERTO, QUESTA non è una zona ricca, lo vedi dalle auto in sosta. Ma nemmeno un quartiere disperato: condomini popolari, ma anche casette curate. Scampoli di giardini. Il procurator­e capo Carlo Mastelloni invita a non generalizz­are: “È una vicenda atipica, maturata in una famiglia normale, piccolo borghese. sono perplesso di come una cosa del genere sia potuta accadere di questi tempi in una famiglia triestina. Forse poteva succedere in una Sicilia degli anni 40”. Una madre cuoca con un compagno, la figlia sedicenne che frequenta una scuola profession­ale. E che adesso ha sulle spalle un peso enorme: è indagata a piede libero per omicidio. Intanto ieri è stata ricoverata in ospedale e visitata anche da uno psichiatra. Ha partorito da sola in bagno, ha calato la figlia proprio sotto la sua finestra. E ha pensato di poter nascondere tutto, anche a se stessa.

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Cure inutili L’ospedale pediatrico Burlo di Trieste dove è morta la neonata abbandonat­a in un giardino

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