“I nostri nani erano giganti: chi mente in aula deve dimettersi”
L’ex ministro socialista: “È eticamente deplorevole, ma ormai la gente s’èè abituata a tutto”
Anovant’ anni compiuti il primo marzo scorso, Rino Formica conserva una nitidissima “vista” politica. L’ex ministro del Psi di Bettino Craxi fu tra i primi a denunciare il disegno autoritario del patto del Nazareno tra Berlusconi e Renzi e della relativa riforma costituzionale, poi bocciata al referendum del 4 dicembre. Adesso ritorna il caso Etruria. Le rivelazioni di De B orto li“impiccano” Boschi alle sue incaute parole in aula, quando negò ogni intervento nella banca del papà. Distinguiamo alcune questioni. Distinguiamo. L aprima. La signora Boschi si era assunta pubblicamente un impegno solenne davanti al Parlamento, una situazione diversa da una conversazione privata tra amici.
Appunto.
Da componente del governo aveva espresso un atteggiamento categorico. Nei Paesi di sensibilità democratica un ministro che viene meno alla parola data deve andare via perché ha offeso l’istituzione. È un atteggiamento etico deplorevole. Però la mancanza di rispetto verso il Parlamento apre un altro problema. La seconda questione.
Le istituzioni sono talmente in crisi che un po’ tutti dovrebbero dimettersi ogni giorno che passa. C’ è un’ inadempienza generale che investe non solo la politica ma ogni aspetto del Paese: la cultura, la finanza el’ economia, l’ informazione. Persino gli allenatori di calcio dicono una cosa e ne fanno un’altra. Inadempienza è un sinonimo di bugia. Il problema è che l’opinione pubblica è ormai abituata a questa discrepanza tra il dire e il fare. Anche nella Prima Repubblica si declamava l’onestà e poi ci si dedicava al catalogo dei vizi nazionali: corruzione, familismo amorale,
clientelismo. Certamente, ma allora il sistema non era disgregato. Se un ministro diceva una cosa diversa da quella che poi faceva ne rispondeva tutto il suo partito, non solo lui. E qui c’è una terza questione.
Ancora.
Il libro di De Bortoli sui poteri forti costringe a porci una domanda.
Poniamocela.
Che tipo di poteri forti abbiamo in una società disgregata?
Già.
Quando c’ero io il sistema era forte, era un sistema che “teneva”. Di conseguenza anche un potere come la P2 aveva una forza effettiva, reale. Mi chiedo allora: la famiglia Boschi, il Giglio magico, tutta la filiera toscana di oggi davvero hanno una forza pari a quella della P2 in un sistema forte?
La crisi colpisce ovunque, senza fare sconti.
È un altro risultato della fragilità istituzionale. E oggi chi vuole creare una rete paramassonica, cioè massonica come metodo, ha bisogno di un riferimento sovranazionale. La caduta delle frontie- re ha globalizzato il potere. Dopo il populismo demagogico, avremo il populismo delle élite raziocinanti.
Il renzismo aspira a Macron, adesso.
Ma Renzi non può farlo per- ché lui è un figlio della crisi degli apparati. Lo stesso Pd è un assemblaggio di apparati che si fanno la guerra tra di loro. Macron è fuori dagli apparati, li ha sfidati e ora vuole punirli alle elezioni legislative.
Lei ha coniato espressioni che oggi si usano per descrivere la Prima Repubblica, a partire dai nani e ballerine del Psi. C’è un’immagine per l’arroganza della Boschi? Chi è povero d’idee grida e gesticola. La sostituzione delle idee con il tono della voce e i gesti relativi è impressionante. È una manifestazione da strada.
Uomini e donne di una politica da strada.
Renzi non si è accorto che è andato a fare il cuoco di Obama a Milano. Quello era un incontro sul cibo, non un festival delle idee. Vanno scadendo anche i difetti della vita democratica. In passato c’era un certo autocondizionamento. Oggi è tutto fuori controllo. Una manifestazione da strada, decadente e volgare.
Roba da rimpiangere i nani. In confronto, quei nani erano giganti.
Chi è povero d’idee grida e gesticola Una sostituzione che è una manifestazione da strada, decadente e volgare Corruzione e familismo c’erano già ai miei tempi, ma all’epoca esistevano i partiti e si prendevano le loro responsabilità