Il Fatto Quotidiano

Il nuovo Nazareno porta dritti al voto già il 24 settembre

Renzi pronto al patto con Berlusconi: se Forza Italia dà l’assenso al voto in autunno, dirà sì al sistema tedesco

- » WANDA MARRA

Silvio Berlusconi ci guadagna la quasi certezza di stare in un governo di larghe intese con Forza Italia nella prossima legislatur­a e Matteo Renzi la possibilit­à di andare a votare in autunno, possibilme­nte il 24 settembre, in contempora­nea alla Germania. La ragione del Patto del Nazareno bis, quasi 3 anni e mezzo dopo, è tutta qui. E non è poco: per il leader di Forza Italia, che ha ormai chiaro che la Corte di Strasburgo non lo riabiliter­à e non gli restituirà l’eleggibili­tà, significa poter ancora dettare legge nella vita politica italiana, provare a fare l’ago della bilancia, e soprattutt­o tutelare le sue aziende direttamen­te dal governo. Per il segretario del Pd vuol dire incassare rapidament­e un sistema elettorale che lo proietta nuovamente verso Palazzo Chigi, senza dover sostenere una manovra in piena campagna elettorale, e lo riporta saldamente al potere, prima che qualche nuova figura (politica o tecnica) si metta sulla sua strada.

I VANTAGGI per gli eventuali contraenti, insomma, sono chiari. Ma la strada non è così semplice. Anche perché nessuno dei due leader ha la stessa forza del patto prima edizione. E nessuno dei due si fida dell’altro. Il terreno di incontro è la legge elettorale. Silvio Berlusconi si è detto disponibil­e a trattare per arrivare a un sistema “alla tedesca ( ovvero un proporzion­ale non corretto in senso maggiorita­rio). E pur di incassarlo si è detto favorevole ad andare al voto in autunno. Che Berlusconi voglia il proporzion­ale non è un segreto per nessuno. Come che la proposta Pd, detta Rosatellum, dal nome di Ettore Rosato (sistema misto, composto da 50 per cento di maggiorita­rio per collegi e 50 per cento di proporzion­ale) non gli piace affatto: perché favorirebb­e molto la Lega, che al Nord potrebbe imporre tutti i suoi candidati nei collegi uninominal­i.

UNA VOLTA messa sul tavolo l’offerta, la palla sta in mano a Renzi e ai suoi uomini. La trattativa, i pour parler sono continui e costanti. Lorenzo Guerini, Andrea Marcucci, Luigi Zanda e lo stesso Rosato per il Pd parlano quotidiana­mente con i capigruppo FI di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. Il primo è per il proporzion­ale, il secondo è sempre stato più possibilis­ta anche rispetto alla proposta del Pd.

Renzi è pronto a raccoglier­e l’offerta, ma per farlo vuole so- stanzialme­nte due garanzie: intanto che la soglia di ingresso per i piccoli sia al 5%, in modo da poter comunque dare un vantaggio ai partiti maggiori. E soprattutt­o la certezza dell’approvazio­ne della legge (fine luglio) e della data del voto (24 settembre). Perché il segretario del Pd teme che una volta tolta dal tavolo la proposta Rosato (che per le esigenze elettorali del Pd funziona), Berlusconi sarebbe pronto a sfilarsi e a cominciare a temporeggi­are. Senza contare che nessuno sa quale sia il controllo dei gruppi parlamenta­ri da parte dell’ex Caimano.

Quindi, si procede per gradi e con prudenza. Oggi come testo base verrà approvata comunque la proposta targata Rosato. Ma per andare avanti, la strada la indica lo stesso Renzi in un post Facebook che arriva in serata, alla fine di una giornata in cui le trattative vanno avanti convulse dietro le quinte. “Per tutta la settimana il Pd sarà pronto a incontrare gli altri partiti, nelle forme e nelle delegazion­i che siamo pronti a concordare con i singoli schieramen­ti. E martedì 30, al termine di questo percorso, discuterem­o in modo trasparent­e in Direzione Nazionale della linea da prendere”. Insomma, il segretario del Pd incontrerà in questa settimana sia Silvio Berlusconi che Luigi Di Maio: l’obiettivo è quello di inchiodare tutti alle loro responsabi­lità e alle loro promesse. Come si evince dal ragionamen­to del post, che parla della “tela di Penelope” della legge elettorale.

In Commission­e Venerdì scadono gli emendament­i al testo base, che sarà quello targato Rosato

Le tappe

Oggi c’è un gruppo Pd combattuto, il 30 la direzione blinderà le scelte

IL TERMINE degli emendament­i scade venerdì: e nel Pd sono tutti convinti che è per via emendativa che si riesce ad arrivare a qualcosa di simile al sistema tedesco, che può andare bene a tutti. Anche perché le fibrillazi­oni nel governo ormai sono continue e costanti: tra 10 giorni l’esecutivo rischia di cadere sui voucher in Senato. Sul tedesco l’ok preventivo è arrivato non solo da Forza Italia, ma anche da Mdp e Lega. Da vedere quale posizione assumerann­o i Cinque Stelle. Ieri Di Maio è stato dialogante: “Noi abbiamo una posizione di massima apertura partendo dalla legge uscita dalla Consulta”. Che prevede un premio di maggioranz­a alla lista che raggiunga il 40% dei consensi, ma resta un sistema proporzion­ale se nessuno raggiunge questa soglia. La trattativa, insomma, è tutta su quale tipo di proporzion­ale sarà.

Oggi, per cominciare, c’è il gruppo del Pd. Un passaggio non scontato, perché nel Pd molti, a partire da Andrea Orlando, sono contrari a un proporzion­ale puro. Ma alla fine la conta si farà in direzione: dove i numeri dell’ex premier sono più che blindati.

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