Gira la tangente alla compagna e lei lo caccia
Il sindaco di Lonate Pozzolo è accusato di corruzione, dalle intercettazioni la lite con la donna, ex assessore di Gallarate
Sei
un “incompetente”. Sarebbero queste le parole – stando ad alcune intercettazioni – con le quali la compagna del sindaco di Lonate Pozzolo (Varese) Danilo Rivolta (Forza Italia), lo avrebbe cacciato di casa quando ha scoperto che una tangente era arrivata sul suo conto. Anche la donna, l’ex assessore all’edilizia di Gallarate (Varese) Orietta Liccata, è finita sotto inchiesta. Mentre il primo cittadino da martedì scorso è stato arrestato per corruzione, tentata concussione e abuso d’ufficio.
IL LITIGIOdi coppia è una delle vicende che emerge nell’ordinanza di misura cautelare della Procura di Busto Arsizio, che ritiene Danilo Rivolta responsabile della messa in atto di un “sistema” di tangenti, in cambio di favori ed agevolazioni in merito a pratiche edilizie e sanatorie ad alcuni imprenditori.
In una conversazione intercettata, Rivolta parla della lite con la compagna con il proprietario della “Malpensa Parking srl” Massimo Zocchi, anche lui indagato: “Mi ha buttato fuori di casa, dice che noi siamo pazzi, che non vuole aver più nulla a che fare con noi, non sai che insulti, che siamo una manica di incompetenti”. E l’imprenditore gli risponde: “Ma scusa, cosa avrebbe dovuto fare quello là, metterlo sul tuo, non è mica peggio?”, e poi aggiunge: “Va beh, c'è un altro modo, poi te lo spiego a voce”. La conversazione si riferirebbe ad un bonifico effettuato da Zocchi sul conto del fratello del sindaco, Fulvio Rivolta (ai domiciliari nell’ambito della stessa indagine), titolare della “Proget s.r.l”, secondo gli inquirenti di fatto utilizzata dal primo cittadino per agevolare gli imprenditori corruttori nella progettazione di aree e cambi di destinazione d’uso, le cui richieste venivano poi vagliate dal suo Comune, con tanto di pressioni all’ufficio tecnico perché le trattassero celermente. Il denaro che Zocchi avrebbe detto a Fulvio Rivolta essere “un regalo per il sindaco”, sarebbe poi stato girato dal conto della “Proget” a quello di Orietta Liccata. La donna avrebbe reagito infu- riandosi e rimandando indietro i bonifici. Dalle carte emerge anche quella che, per gli indagati, doveva essere un’alternativa qualora vi fossero stati problemi nei bonifici, ossia far arrivare il denaro su un conto di un’amica di Liccata. “Tutto è nato perché la sua amica non ha combinato niente, perché noi eravamo già d’accordo e poi abbiamo dovuto trovare una soluzione”, ha detto Zocchi a Rivolta in un’altra intercettazione.
MA A VOLTEin questo sistema qualcosa poteva andare storto. Se per esempio i bonifici non venivano accreditati sui conti , c’era una parola d’ordine: “Babbo natale non è arrivato”.