Il Fatto Quotidiano

La polizia teneva d’occhio il kamikaze anglo-libico

SalmanAbed­i Quasi coetaneo di molte delle vittime, ha fatto detonare la bomba probabilme­nte costruita in casa: un altro lupo solitario non riconosciu­to in tempo

- » SABRINA PROVENZANI

La cronaca del giorno dopo una strage come quella di Manchester parte dalle immagini dei corpi insanguina­ti sul pavimento del foyer della Manchester Arena.

L’attentator­e, morto nell’esplosione, ha aspettato il momento dell’uscita dal concerto, le 22 e 30, quando la sala era più affollata, per farsi saltare o far detonare l’ordigno a breve distanza. La dinamica esatta non è ancora chiara.

Si chiamava Salman Ramadan Abedi, 22 anni, un ragazzo anche lui, quasi coetaneo di Ariana Grande, nato a Manchester, secondo dei 4 figli di una famiglia di rifugiati politici libici sfuggiti al regime di Gheddafi. Era noto alle autorità. Lo ha confermato il capo della polizia di Manchester. La sorella più giovane ha 18 anni, come Giorgina Callender, la prima vittima identifica­ta.

Una volta a Manchester la famiglia si sarebbe stabilita nei quartieri meridional­i, prima a Fallowfiel­d e poi a Whalley Range, dove ieri la polizia ha effettuato due irruzioni, una proprio nell’appartamen­to di Abedi, mentre l’altra ha portato all’arresto di un 23enne di cui non è stata ancora divulgata l’identità. Perquisita anche l’abitazione del fratello maggior di Salman, Ismael.

Secondo il Telegraph, Abedi sarebbe cresciuto nello stesso quartiere frequentat­o da Zahra e Salma Halane, due gemelle che nel 2015 lasciarono il Regno Unito per unirsi all’Isis in Siria.

GLI INVESTIGAT­ORI starebbero esaminando i resti di Abedi e della bomba, per stabilire se l’ordigno possa essere stato fabbricato dal terrorista senza aiuti esterni. Cruciale capire Abedi sia un lupo solitario o la cellula di un network. La tesi predominan­te al momento è che abbia agito da solo sul luogo dell’attacco, ma le indagini stanno cercando di verificare se abbia avuto appoggi esterni nella preparazio­ne.

Nella tarda mattinata di ieri, prima dell’identifica­zione dell’attentator­e, era giunta la rivendicaz­ione dello Stato Islamico. Dagli otto ospedali di Manchester mobilitati per accogliere le vittime per tutta la giornata di martedì sono giunte storie di genitori feriti che rifiutavan­o le cure per restare vicino ai figli colpiti. o di quelli che ancora non sapevano, non avevano notizie, chiamavano telefonini muti, rilasciava­no appelli disperati, rilanciati da giornalist­i altrettant­o scossi. Uno dei testimoni, non lontano dall’ingresso, racconta di essere stato sbalzato per metri al momento dell’esplosione: era venuto a prendere la figlia adolescent­e. Sono tanti come lui. Il bilancio temporaneo è di 22 morti, 120 feriti, 59 portati in ospedale e gli altri curati sul posto, un numero imprecisat­o di dispersi. Molti i bambini, di cui almeno 12 in gravissime condizioni.

UN ROSARIO DI STORIE strazianti, lo choc e il dolore resi più intollerab­ili dall’età delle vittime, dalla natura familiare d el l’evento, dall’i nn o ce nz a del contesto. La più giovane delle vittime, per ora, è Saffie Rose Roussou, 8 anni, frangetta nera, occhi vispi, sorriso furbo in una foto recente. Era al concerto con la madre e la sorella maggiore. Secondo testimoni, nei corpi delle vittime sarebbero stati trovati dadi e bulloni, aggiunti all’ordigno per provocare la massima devastazio­ne possibile.

In serata, nella centrale Albert Square, Manchester (dove stasera suoneranno i Simple Minds) si è stretta in una veglia con migliaia di partecipan­ti, fra cui anche il leader laburista Jeremy Corbyn, quello dei Lib-Dem Tim Farron, i ministri in carica Amber Rudd e Sajid Javid e il neo eletto sindaco laburista di Manchester Andy Burnham.

120 feriti, molti bimbi Saffie, 8 anni, è la più piccola tra i deceduti Stasera il concerto dei Simple Minds

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LaPresse Soccorsi La polizia all’esterno del palazzetto dopo l’attentato soccorre le vittime
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Panico nell’arena Nell’immagine ripresa da un cellulare, gli spettatori in fuga subito dopo l’esplosione Reuters
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Ansa Cordoglio Cartelli con “Io amo Manchester” e fiori davanti al municipio

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