Il Fatto Quotidiano

Minoranze nel mirino nella vigilia elettorale, ma “non ci sono partiti islamofobi del 10%”

Per l’esperto Toaldo “il rischio c’è” anche senza Le Pen e Salvini

- Londra S. P.

L’attacco

di Manchester piomba su una Gran Bretagna sospesa, alla vigilia di due scadenze politiche e simboliche: le elezioni politiche, l’8 giugno, e il primo anniversar­io di Brexit, il 23.

E riporta alla ribalta un tema che le attraversa entrambe: quello della convivenza fra le diverse comunità e culture che del Paese formano l’identità. La campagna politica è sospesa, la nazione sconvolta dalle immagini delle giovanissi­me vittime e dal ritorno sul territorio britannico di un attentator­e suicida dopo quelli che uccisero 52 persone e ne ferirono 700 nei devastanti attacchi londinesi del 2005.

“Dal punto di vista strategico è un salto di qualità”, com- menta Mattia Toaldo, senior policy fellow dello European Council on Foreign Relations a Londra. “Anche se di fabbricazi­one artigianal­e, la preparazio­ne di un ordigno non è alla portata di tutti.

Se anche si trattasse di un lupo solitario, è un lupo solitario che ha ricevuto un addestrame­nto e che è riuscito comunque a passare delle misure di sicurezza. Un elemento significat­ivo è la scelta dell’obiettivo: non solo la strage di bambini, con il suo impatto devastante sull’opinione pubblica, ma anche la scelta di una città, come Manchester, che al contrario di Londra ha una storia pesante di radicalism­o islamico”.

Quale sarà l’impatto immediato sulla politica in una fase così delicata per il futuro del paese? Theresa May ha finora evitato discorsi divisivi, e sembra anzi po- ter “capitalizz­are” l’impatto sottolinea­ndo come, in un Paese in stato di choc, sia cruciale affidarsi alla sua guida “forte e stabile”. L’identità politica della premier, del resto, si è costruita nei sei anni in cui, da ministero dell’Interno, ha messo a punto il sistema di sicurezza antiterror­ismo. La sua leadership aveva perso smalto negli ultimi giorni, quando le controvers­ie interne al partito conservato­re su uno dei punti centrali del suo programma elettorale l’avevano costretta a una imbarazzan­te marcia indietro su alcune politiche sociali. Una delle conseguenz­e dell’at tentato potrebbe essere quella di rafforzare la sua posizione in vista delle elezioni, mentre è probabile che costi consensi al campo laburista, con Corbyn visto come leader complessiv­amente debole .

INTANTO qui, tutti sembrano raccoglier­si intorno all’idea di One nation, una sola nazione. L’attacco é stato condannato da leader di diverse fedi. Harun Khan, segretario generale del Muslim Council of Britain, lo ha definito “Orrendo, criminale”. Il vescovo di Manchester, David Walker, in un’intervista al programma radiofonic­o di Bbc4 Today ha par-

Previsioni

Il primo ministro May si rafforza, in affanno il Labour di Corbyn corre verso la sconfitta

lato di “unità”: “Il peso della colpa per gli eventi di lunedì ricade sui responsabi­li e solo su di loro”. La comunità musulmana é “una cosa sola con noi”, aggiungend­o: “Sarete parte di una risposta comune agli eventi della notte scorsa”

Anche il neo sindaco di Manchester, il laburista Andy Burnham, si è appellato alla forza della città senza distin- zioni. “Questo non è un attacco ai valori occidental­i, è un attacco alla convivenza – continua Toaldo –. Bisognerà vedere se qualcuno nel partito conservato­re deciderà di soffiare sul fuoco. Mi aspetto che alcuni tabloid escano con titoli pesantemen­te islamofobi­ci, ma è anche vero che il partito conservato­re sotto Cameron ha aperto le sue fila ai musulmani, anche se non in posizioni di primissimo piano. Lo stesso vale per i laburisti, che con Sadiq Khan hanno conquistat­o Londra. Complessiv­amente, questo Paese ha gli anticorpi per resistere a un’ondata islamofobi­ca. Di fatto, nel Regno Unito un sentimento islamofobi­co esiste da tempo e non aveva bisogno di questa strage, ma non ha un partito di riferiment­o al 10% come accade in Italia o in Francia. Parlare di comunità musulmana come un unicum cui contrappor­si nel Regno Unito non ha senso: ci sono di tre milioni di persone di religione musulmana ma con origini e condizioni molto diverse, dal miliardari­o saudita al negoziante pachistano”.

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LaPresse Orgoglio, pregiudizi­o e rispetto Membri della comunità musulmana londinese davanti al Big Ben

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