L’ISIS CHE RIVENDICA NON È PIÙ CREDIBILE
Lo sciacallo dell’orrore ci mette la firma, ma sono cani sciolti, pazzi (e non è una buona notizia)
Èdifficile commentare un evento come l’attacco di Manchester. Ma dobbiamo reagire con razionalità alla vigliaccheria che ci vorrebbe ammutoliti o isterici in preda al panico. L’attacco ha voluto colpire ragazzi e ha scelto un evento unico, un raduno di adolescenti per il concerto di un idolo pop fabbricato giusto per loro.
Un portavoce dell’Isis ha rivendicato: “Così muoiono i bambini crociati mentre le bombe inglesi uccidono i bambini di Mosul”. E questa potrebbe essere la logica e perversa spiegazione del crimine, ma chi l’ha pronunciata non è credibile. Ignora chi sia l’attentatore e non sa nemmeno che si è trattato di un attacco suicida. È il solito sciacallo del terrore che ormai rivendica tutto. Dopo aver saturato l’attenzione con i massacri e le esecuzioni fatte apposta per noi, ora rivendica l’iniziativa malata di chiunque. Il fatto che anche questo attentato sia poco organizzato ed e- seguito da poche menti malate non è una buona notizia. Il terrorismo verticistico e razionalizzato secondo la logica della guerra è ormai superato dal terrorismo “fai da te”, dagli ordigni improvvisati, dalle menti alienate. Non è una buona notizia perché nella società occidentale gli strumenti per fare bombe sono alla portata di tutti, gli eventi per grandi raduni sono giornalieri e di alienati ne abbiamo scorte immense.
I leader di tutto il mondo sono inorriditi: tutti i canoni della sicurezza e della prevenzione saltano. E rischiano di saltare le loro poltrone. I controlli a tappeto sono inefficaci e quelli random hanno maglie troppo larghe. Bisognerebbe conoscere le persone e gli ambiti dove vivono. E una volta conosciute dalla polizia e dai servizi segreti, com’è accaduto per tutti gli attentatori da Parigi in poi, queste persone non possono essere lasciate libere di muoversi, magari in attesa di fare un colpo grosso. Le polizie europee sono allo stremo. Non hanno obiettivi su cui con- centrare le forze e nemmeno le risorse. I servizi non collaborano fra loro e le segnalazioni sono trattate con sufficienza, come routine. Ma anche i leader devono far la loro parte. Condannare il terrorismo è facile ma bisogna agire. L’Isis che rivendica l’attentato è sempre lì e gli americani mandano armi ai ribelli come se fossero veramente degli insorti e non avessero niente in comune coi tagliagole dell’Isis.
Trump va in Arabia Saudita a parlare di lotta all’estremismo come se fosse nel tempio della tolleranza. Va in Israele e accende ancor di più i loro animi contro l’Iran. A tutti promette protezione armata purché comprino armi e paghino in contanti. Il Medioriente, dopo la sua visita, è più instabile di prima. Oggi bisogna vedere cosa chiederà a papa Francesco in cambio della protezione. Ma sappiamo già cosa gli risponderà il pontefice: non è così che si elimina il terrorismo.
Nella nostra società gli strumenti per fare bombe rudimentali sono alla portata di tutti. E quotidiani sono i grandi raduni