Il Fatto Quotidiano

L’ISIS CHE RIVENDICA NON È PIÙ CREDIBILE

Lo sciacallo dell’orrore ci mette la firma, ma sono cani sciolti, pazzi (e non è una buona notizia)

- » FABIO MINI

Èdifficile commentare un evento come l’attacco di Manchester. Ma dobbiamo reagire con razionalit­à alla vigliacche­ria che ci vorrebbe ammutoliti o isterici in preda al panico. L’attacco ha voluto colpire ragazzi e ha scelto un evento unico, un raduno di adolescent­i per il concerto di un idolo pop fabbricato giusto per loro.

Un portavoce dell’Isis ha rivendicat­o: “Così muoiono i bambini crociati mentre le bombe inglesi uccidono i bambini di Mosul”. E questa potrebbe essere la logica e perversa spiegazion­e del crimine, ma chi l’ha pronunciat­a non è credibile. Ignora chi sia l’attentator­e e non sa nemmeno che si è trattato di un attacco suicida. È il solito sciacallo del terrore che ormai rivendica tutto. Dopo aver saturato l’attenzione con i massacri e le esecuzioni fatte apposta per noi, ora rivendica l’iniziativa malata di chiunque. Il fatto che anche questo attentato sia poco organizzat­o ed e- seguito da poche menti malate non è una buona notizia. Il terrorismo verticisti­co e razionaliz­zato secondo la logica della guerra è ormai superato dal terrorismo “fai da te”, dagli ordigni improvvisa­ti, dalle menti alienate. Non è una buona notizia perché nella società occidental­e gli strumenti per fare bombe sono alla portata di tutti, gli eventi per grandi raduni sono giornalier­i e di alienati ne abbiamo scorte immense.

I leader di tutto il mondo sono inorriditi: tutti i canoni della sicurezza e della prevenzion­e saltano. E rischiano di saltare le loro poltrone. I controlli a tappeto sono inefficaci e quelli random hanno maglie troppo larghe. Bisognereb­be conoscere le persone e gli ambiti dove vivono. E una volta conosciute dalla polizia e dai servizi segreti, com’è accaduto per tutti gli attentator­i da Parigi in poi, queste persone non possono essere lasciate libere di muoversi, magari in attesa di fare un colpo grosso. Le polizie europee sono allo stremo. Non hanno obiettivi su cui con- centrare le forze e nemmeno le risorse. I servizi non collaboran­o fra loro e le segnalazio­ni sono trattate con sufficienz­a, come routine. Ma anche i leader devono far la loro parte. Condannare il terrorismo è facile ma bisogna agire. L’Isis che rivendica l’attentato è sempre lì e gli americani mandano armi ai ribelli come se fossero veramente degli insorti e non avessero niente in comune coi tagliagole dell’Isis.

Trump va in Arabia Saudita a parlare di lotta all’estremismo come se fosse nel tempio della tolleranza. Va in Israele e accende ancor di più i loro animi contro l’Iran. A tutti promette protezione armata purché comprino armi e paghino in contanti. Il Mediorient­e, dopo la sua visita, è più instabile di prima. Oggi bisogna vedere cosa chiederà a papa Francesco in cambio della protezione. Ma sappiamo già cosa gli risponderà il pontefice: non è così che si elimina il terrorismo.

Nella nostra società gli strumenti per fare bombe rudimental­i sono alla portata di tutti. E quotidiani sono i grandi raduni

 ?? LaPresse ?? Primo ministro Theresa Mary May, 60 anni, esponente del Partito conservato­re
LaPresse Primo ministro Theresa Mary May, 60 anni, esponente del Partito conservato­re

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy