Il Fatto Quotidiano

Da Abu Mazen a Gentiloni Trump abbraccia tutti

Tra pace e alleanze Il presidente Usa vede il leader palestines­e e chiede “compromess­i per la pace”. Doppia tappa italiana tra Vaticano e G7

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Provenient­e da Israele, dove ha incoraggia­to ie r i i l presidente dell’Autorità palestines­e Abu Mazen a “compromess­i per la pace”, Trump è sbarcato a Roma 18 ore dopo che gli avvoltoi del terrorismo hanno ripreso a volare in larghi giri sull’Europa. Trump è arrivato in una città sotto sopra dal mattino, perché le misure di sicurezza, già eccezional­i, erano state ancora rinforzate dopo l’attentato di Manchester. Ai romani, di sopportare disagi, ritardi, ingorghi per quel presidente dalla bazza arruffata non andava molto. Ma la zaffata di paura giunta da Manchester ha narcotizza­to la città, che s’è– quasi senza insofferen­ze – rassegnata alla paralisi. E in serata ha spento il Colosseo, come Parigi con la Torre Eiffel, in segno di lutto e solidariet­à.

PIÙ CHE A ROMA Trump è qui in visita al Vaticano: questa mattina sarà ricevuto in udienza di buon’ora da papa Francesco e così completerà il suo cabotaggio tra i tre monoteismi, cominciato in Arabia Saudita, la culla dell’Islam, proseguito in Israele, la terra promessa del popolo ebraico, e concluso nella capitale della cristianit­à. Per i funzionari del Dipartimen­to di Stato, il periplo di Trump ha “portata storica”. E la tappa a Roma, dice il consiglier­e per la Sicurezza nazionale, il generale McMaster, è “un pegno d’amicizia per l’Italia”. Ivanka, la figlia, twitta “Ciao Roma”; e poi il presidente e Melania, Ivanka e il genero Jared Kushner vanno a cena a piazza Sant’Ignazio: supplement­o di paralisi per il traffico romano.

I convenevol­i italiani sono ridotti al minimo: il premier Paolo Gentiloni lo va a salutare a Villa Taverna, la residenza dell’ambasciato­re degli Usa, dove Trump si ritira con la moglie Melania subito dopo il suo arrivo; e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo riceverà al Quirinale, dopo l’udienza in Vaticano. Poi, via verso Bruxelles dove, tra il pomeriggio di oggi e la giornata di domani, lo attendono il re dei belgi Filippo II, i capi delle istituzion­i dell’Ue e un vertice Nato.

LA LOTTAcontr­o il terrorismo è il filo conduttore di questa prima missione all’estero di Trump, zeppa di contraddiz­ioni come spesso le azioni e le scelte del magnate presidente. Dopo avere seminato zizzania nel mondo musulmano – come se ci fosse bisogno di mettere i sunniti contro gli sciiti – e generiche speranze tra israeliani e palestines­i, s’appresta a sollecitar­e un maggiore coinvolgim­ento degli alleati europei nei conflitti contro il sedicente Stato islamico e nel contrasto alle loro cellule. E, intanto, gli sherpa dei Grandi, stimolati dalla strage di Manchester, rifiniscon­o la dichiarazi­one antiterror­ismo, un inevitabil­e corollario di tutti i Vertici, almeno dopo l’11 settembre 2001.

Da Bruxelles, Trump tornerà in Italia, andrà direttamen­te a Taormina per il G7: su economia, comme rcio, clima, sarà più una manfrina che un confronto, perché nessuno vuole rompere e perché gli americani hanno già messo le mani avanti – la nuova Amministra­zione non ha ancora perfeziona­to le posizioni sulla libertà degli scambi e sul rispetto, o meno, dell’accordo di Parigi.

SE IL PRESIDENTE non s’inventa un numero, alla Nato e al G7 finirà tutto a tarallucci e vino: chi, fra i leader dei Grandi e dei Paesi della Nato, ha già incontrato Trump è sollecita- to dai colleghi a dare consigli su come “neutralizz­arlo”. Il braccio di ferro presunto sul 2% del Pil da spendere per la difesa è un “fare ammuina”, perché l’impegno, quasi mai rispettato, è già contenuto in decine di documenti dell’Alleanza, da ultimo nei titoli di coda del vertice di Cardiff , con la regia di Obama .

Filassero così lisce le cose a casa, a Washington, sarebbe una festa. E, invece, dal Congresso co n t in ua n o ad arrivare scricc hiolii sul Russiagate, dove la posizione del generale Flynn, l’ex consiglier­e per la sicurezza nazionale, si complica di giorno in giorno; e pure sulla scelta d e ll ’ Amministra­zione d’a rruolare lobbisti; e infine sul progetto di bilancio appena messo a punto, che aumenta come previsto le spese militari e taglia quelle sociali. I critici parlano di un “libro dei sogni”: le entrate si basano su una previsione di crescita del 3%, superiore al previsto, proprio mentre la fiducia in Trump cala anche a Wall Street.

Problemi interni All’estero è una festa, mentre dal Congresso arrivano scricchiol­ii sul Russiagate

 ?? LaPresse ?? Sorrisi ospitali L’arrivo di Melania e Donald Trump accolti dal ministro degli Esteri Alfano. Ivanka e il marito Jared Kushner
LaPresse Sorrisi ospitali L’arrivo di Melania e Donald Trump accolti dal ministro degli Esteri Alfano. Ivanka e il marito Jared Kushner
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