Il Fatto Quotidiano

Consip, attacco a Legnini: “Così delegittim­a i pm”

La corrente di Davigo contro il vicepresid­ente del Csm che indica i magistrati come responsabi­li della diffusione di notizie segrete

- » ANTONELLA MASCALI

Attacco

al vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini da Autonomia e Indipenden­za (AeI), la corrente fondata da Piercamill­o Davigo, per le interviste del numero due di Palazzo dei Maresciall­i sul caso Consip. “Le dichiarazi­oni di Legnini sulle fughe di notizie e la pubblicazi­one delle intercetta­zioni riguardano un problema oggettivo, che va indubbiame­nte affrontato. Tuttavia, occorre evitare generalizz­azioni, che rischiano di delegittim­are tutti i magistrati inquirenti e tutte le procure impegnate in delicatiss­ime indagini”. AeI sollecita anche “una presa di posizione” della giunta dell’Anm, che ha deciso di riunirsi prossimame­nte.

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’intervista di Legnini a Giovanni Minoli su La7 durante la quale, a domande sull’inchiesta Consip, ha dato ragione al procurator­e di Catanzaro Nicola Gratteri secondo il quale una notizia segreta esce o dai pm o dalla polizia giudiziari­a, che di solito ha l’assenso dei pm. Inoltre, Legnini ha pure detto che “falsificar­e un rapporto di polizia giudiziari­a è molto grave”, quasi condannand­o senza processo il capitano del Noe dei carabinier­i Giampaolo Scafarto, che ha lavorato con i pm di Napoli e che ora è indagato a Roma.

Il coordinato­re generale di AeI, Alessandro Pepe, già membro del Csm, osserva: “Ho il massimo rispetto per il vicepresid­ente, ma su questioni così complesse bisogna evitare interventi a mezzo stampa, possono prestarsi ad accuse di anticipazi­oni di giudizio, essendo il Csm anche un organo disciplina­re”. Si sono lette di- chiarazion­i di politici che hanno alluso ai pm napoletani come i distributo­ri di atti di indagine. Il Csm, però, non ha aperto alcuna pratica a tutela. “Quando ero in Consiglio le ho sempre chieste. Non si possono attaccare i pm preventiva­mente. Vanno sanzionati i singoli che sbagliano. C’è, però, un problema oggettivo, quello delle fughe di notizie che, peraltro, vorrei far osservare, non conviene ai pm perché danneggia le loro inchieste. Su come prevenirle, deve essere il Plenum del Csm a parlare”.

Il vertice

Incontro tra le Procure di Roma e Napoli: c’era anche Woodcock “Piena sintonia”

SULL’INCHIESTA Consip ieri a Roma c’è stato un vertice fra i pm della Capitale e quelli di Napoli. I magistrati hanno discusso sui filoni di loro competenza: Napoli continuerà a indagare sul cosiddetto “sistema Romeo”, cioè sugli appalti ottenuti dall’imprendito­re nel capoluogo cam- pano, mentre Roma ha diversi filoni: quello principale sul mega appalto Fm4 da 2,7 miliardi; sulla violazione del segreto istruttori­o che vede indagato anche il ministro Luca Lotti; sul traffico di influenze imputato a Tiziano Renzi; sul presunto falso ideologico del capitano Scafarto. Dopo tre ore di riunione, le due Procure hanno emesso un comunicato congiunto in cui si legge che il vertice si è svolto in un clima “sereno” e che è emersa “piena sintonia” tra i pm che continuera­nno “la collaboraz­ione”.

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Ansa Il vicepresid­ente del Csm, Giovanni Legnini

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