Consip, attacco a Legnini: “Così delegittima i pm”
La corrente di Davigo contro il vicepresidente del Csm che indica i magistrati come responsabili della diffusione di notizie segrete
Attacco
al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini da Autonomia e Indipendenza (AeI), la corrente fondata da Piercamillo Davigo, per le interviste del numero due di Palazzo dei Marescialli sul caso Consip. “Le dichiarazioni di Legnini sulle fughe di notizie e la pubblicazione delle intercettazioni riguardano un problema oggettivo, che va indubbiamente affrontato. Tuttavia, occorre evitare generalizzazioni, che rischiano di delegittimare tutti i magistrati inquirenti e tutte le procure impegnate in delicatissime indagini”. AeI sollecita anche “una presa di posizione” della giunta dell’Anm, che ha deciso di riunirsi prossimamente.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’intervista di Legnini a Giovanni Minoli su La7 durante la quale, a domande sull’inchiesta Consip, ha dato ragione al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri secondo il quale una notizia segreta esce o dai pm o dalla polizia giudiziaria, che di solito ha l’assenso dei pm. Inoltre, Legnini ha pure detto che “falsificare un rapporto di polizia giudiziaria è molto grave”, quasi condannando senza processo il capitano del Noe dei carabinieri Giampaolo Scafarto, che ha lavorato con i pm di Napoli e che ora è indagato a Roma.
Il coordinatore generale di AeI, Alessandro Pepe, già membro del Csm, osserva: “Ho il massimo rispetto per il vicepresidente, ma su questioni così complesse bisogna evitare interventi a mezzo stampa, possono prestarsi ad accuse di anticipazioni di giudizio, essendo il Csm anche un organo disciplinare”. Si sono lette di- chiarazioni di politici che hanno alluso ai pm napoletani come i distributori di atti di indagine. Il Csm, però, non ha aperto alcuna pratica a tutela. “Quando ero in Consiglio le ho sempre chieste. Non si possono attaccare i pm preventivamente. Vanno sanzionati i singoli che sbagliano. C’è, però, un problema oggettivo, quello delle fughe di notizie che, peraltro, vorrei far osservare, non conviene ai pm perché danneggia le loro inchieste. Su come prevenirle, deve essere il Plenum del Csm a parlare”.
Il vertice
Incontro tra le Procure di Roma e Napoli: c’era anche Woodcock “Piena sintonia”
SULL’INCHIESTA Consip ieri a Roma c’è stato un vertice fra i pm della Capitale e quelli di Napoli. I magistrati hanno discusso sui filoni di loro competenza: Napoli continuerà a indagare sul cosiddetto “sistema Romeo”, cioè sugli appalti ottenuti dall’imprenditore nel capoluogo cam- pano, mentre Roma ha diversi filoni: quello principale sul mega appalto Fm4 da 2,7 miliardi; sulla violazione del segreto istruttorio che vede indagato anche il ministro Luca Lotti; sul traffico di influenze imputato a Tiziano Renzi; sul presunto falso ideologico del capitano Scafarto. Dopo tre ore di riunione, le due Procure hanno emesso un comunicato congiunto in cui si legge che il vertice si è svolto in un clima “sereno” e che è emersa “piena sintonia” tra i pm che continueranno “la collaborazione”.