Legge elettorale, Matteo tratta solo con Silvio
Giochini I dem cercano l’intesa con B. sul “tedesco” Di Maio: “Senza M5S non si può votare in autunno”
Ieri
la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha adottato come testo base per la legge elettorale la proposta del Pd, che prende il nome da Ettore Rosato (il sistema misto tra proporzionale e uninominale maggioritario). Ha intenzione di lavorare per portare a casa questo sistema? No. Come chiarisce Andrea Marcucci, uomo “forte” di Renzi in Senato: “L’offerta di Berlusconi (un proporzionale alla tedesca, nd r) è un punto di partenza, vedremo nei prossimi giorni il comportamento di Forza Italia. Sosteniamo con forza e convinzione il governo Gentiloni, ma la possibilità di votare in autunno non è una bestemmia”. Dunque, la trattativa è già sul sistema tedesco. E chissà che alla fine non si arrivi a un proporzionale di altro tipo.
LA VICENDA della legge elettorale è tutta un gioco di proposte e offerte tattiche. Le idee più chiare di tutti ce le ha Matteo Renzi: arrivare al voto il 24 settembre, con un sistema che gli dia la possibilità di governare dopo, anche con le larghe intese. Ora lo stesso Rosato, Lorenzo Guerini e Emanuele Fiano stanno tenendo il dialogo (annunciato da Renzi) con tutti per arrivare a una proposta il più condivisa possibile. Anche se l’unica linea veramente attiva è quella con Forza Italia. Che vede in campo Luca Lotti e Gianni Letta. Ma ai vertici del Pd c’è molta cautela e il timore che Berlusconi stia bluffando. Per questo, tutto accade sotto traccia.
E i faccia a faccia ventilati nelle ultime ore di Renzi con Berlusconi e Di Maio? Per ora, non sono all’ordine del giorno: “Da qui a martedì, si vedrà”. Martedì è in programma la direzione Pd che dovrebbe “blindare” le decisioni. Mentre già venerdì, ultimo giorno utile per gli emendamenti (salvo quelli del relatore) si potrebbe capire qualcosa. Tecnicamente, per trasformare il testo bastano poche modifiche. Il punto è politico. Tanto è vero che ci potrebbe essere solo un incontro finale con Forza Italia. Forse senza Renzi, visto che non è il caso di offrire ai 5 Stelle l’immagine plastica dell’inciucio. Proprio Luigi Di Maio ieri ha chiarito: “Le elezioni ci saranno presto, magari in autunno, solo se il Movimento 5 Stelle parteciperà alla formazione della nuova legge elettorale, altrimenti loro parteciperanno al Vietnam del Senato”.
Il Movimento è per il Legalicum, ovvero per estendere in Senato l’Italicum modificato dalla Corte. A Palazzo Madama i numeri sono risicatissimi. Ma la Lega ha già fatto sapere che le va bene qualsiasi sistema, basta che poi si voti. Mdp invece propende per il sistema tedesco, i centristi sono divisi. Da vedere cosa farà Denis Verdini, nella condizione di non potersi alleare né con Renzi, né con Berlusconi. Durissimo è stato Romano Prodi: “Come si accorderanno con una legge elettorale proporzionale che devasta il Paese lo si vedrà dopo le elezioni purtroppo. Qui se continuiamo così garantiamo l’instabilità”.
IERI SERA, infine, c’è stata una riunione del gruppo Pd alla Camera. Interlocutoria. Brevi comunicazioni di Rosato. Nel Pd l’area di Andrea Orlando è tutt’altro che entusiasta. L’ha detto ieri il Guardasigilli in un’intervista (“Non ci deve essere un nesso tra legge elettorale e voto. E sul proporzionale ho forti riserve”), mentre Gianni Cuperlo propone un referendum tra gli iscritti. Giuliano Pisapia – che se andasse in porto il progetto di un sistema con lo sbarramento al 5% sarebbe costretto a fare l’accordo con Mdp – è diretto: “Leggo di trattative per arrivare a una legge di stampo proporzionale. Un simile impianto aprirebbe la via a un governo di larghe intese”.