Il Fatto Quotidiano

Il dibattito pubblico lo conferma: esce Lsd dai nostri rubinetti

- » ALESSANDRO ROBECCHI

Caro direttore, amici lettori, autorità competenti. Vorrei attirare la vostra attenzione su una mia teoria che ogni giorno si dimostra più fondata e che dovrebbe allarmare tutti. Qualcuno ha sciolto dell’acido negli acquedotti, non c’è altra spiegazion­e. Il tono del dibattito pubblico, i suoi argomenti, le decisioni prese in seguito o sull’onda di quello che si dice al bar o alla fila alla posta (o che ha scritto su Facebook mio

cugggino) sembrano meno lucide di un assaggiato­re del Narcos o di un chitarrist­a rock degli anni Settanta.

L’ULTIMO ESEMPIO è il complicato affaire dei vaccini, un argomento importante che è stato trasformat­o (credo dopo massiccia assunzione di Lsd dai rubinetti) in una guerra tra untori medievali millenaris­ti vogliosi di strage per malattia e un esercito di crocerossi­ni inventori della penicillin­a. Ogni voce sensata o ragionevol­e, da una parte e dall’altra, è stata zittita. Un dibattito sui vaccini da somministr­are ai bambini è diventato la caricatura di uno scontro ideologico. Risultato, per non saper né leggere né scrivere: il decreto fatto in fretta e furia, pieno di buchi e di incertezze, sproposita­to rispetto a quello che le strutture sanitarie e scolastich­e potranno fare. Se va bene sarà un casino indicibile, con in più l’introduzio­ne di un classismo sanitario ripugnante: chi è contrario potrà continuare a essere contrario pagando, chi non potrà pagare dovrà essere d’accordo.

Come del resto è successo coi voucher: per paura di prendere un’altra sberla in un altro refe- rendum, zac, via tutti. Non una soluzione, ma una decapitazi­one, tipo abbattere la casa perché hai bruciato l’arrosto. Credo che i primi sversament­i di acido lisergico negli acquedotti del Paese siano cominciati all’Expo, quando ci si divideva tra “lo straordina­rio successo” e il “flop clamoroso e costoso”. Oggi che si potrebbe andare a controllar­e gli effetti di quel “miracolo” (per esempio se ci sono i tanti punti di Pil in più promessi, o le migliaia di posti di lavoro creati che no, non ci sono), addio, tutto perdonato, tutto dimenticat­o, ci sono altre priorità.

Alte concentraz­ioni di acido nella Capitale ovvio. Prima il derby a testate tra olimpici e non-olimpici, poi tutti esperti di costruzion­e di stadi e marketing urbano, poi fotografat­ori di mon

nezza traboccant­e dei cassonetti ( o di cassonetti lindi come a Zurigo centro, per contrastar­e con una cazzata altre cazzate). Politici o presunti tali vanno in tivù a dire di bambini uccisi dai topi. Saviano dice il suo pensiero sul Pd, eccolo accusato di grillismo, Saviano dice qualcosa contro Grillo, eccolo ri-arruolato, “uno di noi”. De Bortoli era un bravo e attendibil­e giornalist­a e diventa una specie di punkabbest­ia fissato con le scie chimiche. Gli stessi che menavano fendenti su “voi votate con Salvini” al referendum sulle riforme costituzio­nali, ora discutono una legge elettorale che piace solo a loro e a Salvini. Senza nemmeno sapere di che si parla si prendono le misure sull’avversario: se un Di Maio ha detto bianco io devo dire nero, se Renzi ha detto nero io devo dire bianco, la realtà dei fatti è un dettaglio trascurabi­le sullo sfondo. Arrivano le cifre del Jobs act – oggettivam­ente un disastro – ed ecco pronto il ribaltamen­to: senza sarebbe stato peggio. Però si può sparare al ladro. Quelli che dicevano no, no, non siamo mica in Texas ora dicono, bene, giusto, la sicurezza! Ma solo di notte. Molti ridono.

TUTTO QUESTOsenz­a il minimo rossore né vago imbarazzo, come fosse normale vedere gli elefanti rosa, come se il Paese fosse una enorme Woodstock della scemenza collettiva, tutti a tirare mutande e reggiseni sul palco in omaggio a questa o quella star dei due schieramen­ti, indipenden­temente da quello che sta suonando. Date retta: c’è acido negli acquedotti. Non c’è altra spiegazion­e.

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