Il Fatto Quotidiano

Diteci cosa volete fare di Alitalia

- » STEFANO FELTRI

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rieletto segretario del Pd, il 27 aprile Matteo Renzi aveva annunciato “un piano del Pd per Alitalia” entro metà maggio. Non è mai arrivato, ma nessuno oramai si aspetta che l’ex premier rispetti i suoi stessi annunci. Forse Renzi l’ha dimenticat­o, o forse non ce n’è più bisogno perché i tre commissari dell’azienda privata – ma che sopravvive grazie a un prestito pubblico di 600 milioni di euro – stanno seguendo strategie opposte. Una è quella del commercial­ista Enrico Laghi, uomo di riferiment­o per il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Laghi sta tagliando il tagliabile: rinegozia i contratti derivati sul costo del carburante e tra sprechi vari della precedente gestione targata Etihad conta di recuperare 200 milioni. Soldi che dovrebbero servire a vendere la compagnia meglio – il bando scade il 5 giugno – rendendola più appetibile. Trovare un compratore subito non è facile, ancora ieri Lufthansa ha smentito ogni interesse, ma necessario se lo Stato vuole smettere di bruciare risorse come quelle dell’ennesimo prestito ponte. Ma Luigi Gubitosi, il commissari­o considerat­o in quota Renzi, sembra voler usare i risparmi per alimentare una strategia di rilancio: nuove rotte per Maldive e New Delhi, annuncia già i piani per l’estate 2018, un po’ velleitari­o per una compagnia che senza i soldi dello Stato avrebbe già lasciato a terra gli aerei. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio annuncia ipotesi di azioni diffuse tra i dipendenti, per arginare i rischi di scioperi distruttiv­i e coinvolger­e tutti nel destino della compagnia. Ma che senso ha per un’azienda che oggi vale quasi zero e che potrebbe finire spezzettat­a nel giro di qualche mese? Renzi non ha presentato alcun piano perché la sua linea viene già applicata ed è quella dell’approccio Gubitosi: fare finta che si possa rilanziare la compagnia e non soltanto venderne quel che resta. Un bluff che abbiamo già visto troppe volte. Il conto finale per i contribuen­ti salirà ancora. Ma a Renzi interessa solo che il problema non esploda prima delle elezioni.

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