Il Fatto Quotidiano

Autostrade abruzzesi: ponti a rischio, ma i soldi sono fermi

- » DANIELE MARTINI

ono molto preoccu pa to ” co nf es sa al Fatto Paolo Tancredi, deputato abruzzese di Area Popolare. “Sono un ingegnere e so che dopo i terremoti del 2009 e dell'anno passato molti viadotti delle autostrade della mia regione sono a fortissimo rischio. Basterebbe un'altra scossa violenta per causare il disastro, in molti punti si sono rotti i giunti dei pilastri su cui poggia l'impalcato ed è altissima la probabilit­à che un altro terremoto possa provocare quello che in gergo si chiama scalinamen­to, gobbe sull'asfalto alte fino a un metro o scalini verso il basso della stessa dimensione. Faccio quell'autostrada da Teramo a Roma e viceversa due o tre volte alla settimana, non dovrei aver paura? Sto lavorando perché si facciano subito i lavori necessari, speriamo”.

I TIMORI del deputato Tancredi sono condivisi da fior di studi di ingegneria che hanno misurato gli effetti dei terremoti sulla A24 e A25, l'Autostrada dei Parchi Roma - L ’ Aquila- Traforo del Gran Sasso-Teramo con la diramazion­e Torano-Pescara. Anche il Genio civile dell'Abruzzo è a conoscenza della gravità della situazione così come il ministro delle Infrastrut­ture, Graziano Delrio, e pure il concession­ario, il gruppo Toto, sa bene come stanno le cose. E infine anche l'Anas lo sa. Da 5 anni, per la verità, Anas non dovrebbe più occuparsi di autostrade perché ha dovuto cedere le competenze al ministero delle Infrastrut­ture. Con le autostrade abruzzesi, però, l'azienda delle strade guidata da Gianni Armani vorrebbe concedersi un'eccezione e sta tentando di rimetterci lo zampino sopra. Tutti sanno, dunque, tutti tremano per il pericolo e tutti concordano sull'urgenza di avviare i lavori. Ma i lavori non si fanno.

Mentre i ponti tentennano, il ministro Delrio, il concession­ario Toto e l'Anas si fanno la guerra mandando all'assalto il meglio tra i principi del Foro, da Giulio Napolitano, figlio dell'ex capo dello Stato che sostiene Anas, a Vincenzo Fortunato, ex re dei gabinettis­ti ministeria­li, assoldato da Toto. Per scongiurar­e l'effetto scalinamen­to ci vorrebbero circa 200 milioni di euro. E quei soldi ci sarebbero. Ma il contenzios­o è proprio sui soldi. Per il momento quei quattrini sono parcheggia­ti in banca su un fondo intestato al gruppo Toto a disposizio­ne dello Stato, in particolar­e del ministero delle Infrastrut­ture, ed equivalgon­o a 4 annualità del canone di concession­e autostrada­le dovuto dallo stesso gruppo Toto. Quei soldi, però, li vuole l'Anas. Cinque anni fa Pietro Ciucci, allora ad dell'azienda delle strade intimò a Toto di versare il canone non al ministero nel rispetto della legge, ma nelle casse dell'Anas. Da abruzzese prudente, Toto pensò che stando così le cose era meglio par- cheggiare i quattrini in banca. Caduto Ciucci, la sua pretesa sulle autostrade abruzzesi è stata ripescata pari pari dal suo successore Armani e inevitabil­e ne è scaturito uno di quegli intricati contenzios­i legali che fanno felici gli avvocati.

Coccolato in passato dai governi di tutti gli orientamen­ti politici, il gruppo Toto oggi non è nel cuore di Matteo Renzi e dei renziani, compresi i meno ferventi come il ministro Delrio. I quali stravedono invece per l'amministra­tore dell'Anas Armani. Il gruppo abruzzese è di fatto sotto schiaffo: alle sue autostrade sono stati concessi aumenti dei pedaggi inferiori rispetto alle altre e il Pef, il Piano economico finanziari­o alla base della concession­e e degli investimen­ti è fermo da 3 anni. Visto l'andazzo, anche le banche non sono più prodighe come un tempo con il gruppo abruzzese.

Principi del foro L’azienda delle strade di Armani si fa difendere dal figlio di Napolitano I costruttor­i da Fortunato La scheda

TOTO VORREBBE fare i lavori sulle sue autostrade per evitare che si trasformin­o in una trappola e vorrebbe utilizzare proprio i 200 milioni accantonat­i, ma non glielo consentono. Nella querelle con l'Anas, Toto ha vinto il primo round al tribunale civile, ma mentre il procedimen­to prosegue in attesa degli altri gradi di giudizio, in soccorso dell'Anas arriva la cavalleria. Il viceminist­ro Enrico Zanetti (Centristi) e il presidente Pd della commission­e Ambiente della Camera, Ermete Realacci, hanno presentato emendament­i ad aziendamal­la manovrina di bilancio il cui senso è: i soldi dei canoni devono andare all'Anas.

I PERICOLI In molti punti, dopo il terremoto del 2009, si sono rotti i giunti dei pilastri su cui poggia l'impalcato delle autostrade ed è altissima la probabilit­à che un altro terremoto possa provocare quello che in gergo si chiama scalinamen­to, gobbe sull'asfalto alte fino a un metro o scalini verso il basso della stessa dimensione.

IN CAUSA Lite tra ministero, Toto e Anas su chi deve usare i soldi per i lavori

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Ansa I controlli Polizia sull’A24 dopo il terremoto del 2009

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