Autostrade abruzzesi: ponti a rischio, ma i soldi sono fermi
ono molto preoccu pa to ” co nf es sa al Fatto Paolo Tancredi, deputato abruzzese di Area Popolare. “Sono un ingegnere e so che dopo i terremoti del 2009 e dell'anno passato molti viadotti delle autostrade della mia regione sono a fortissimo rischio. Basterebbe un'altra scossa violenta per causare il disastro, in molti punti si sono rotti i giunti dei pilastri su cui poggia l'impalcato ed è altissima la probabilità che un altro terremoto possa provocare quello che in gergo si chiama scalinamento, gobbe sull'asfalto alte fino a un metro o scalini verso il basso della stessa dimensione. Faccio quell'autostrada da Teramo a Roma e viceversa due o tre volte alla settimana, non dovrei aver paura? Sto lavorando perché si facciano subito i lavori necessari, speriamo”.
I TIMORI del deputato Tancredi sono condivisi da fior di studi di ingegneria che hanno misurato gli effetti dei terremoti sulla A24 e A25, l'Autostrada dei Parchi Roma - L ’ Aquila- Traforo del Gran Sasso-Teramo con la diramazione Torano-Pescara. Anche il Genio civile dell'Abruzzo è a conoscenza della gravità della situazione così come il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e pure il concessionario, il gruppo Toto, sa bene come stanno le cose. E infine anche l'Anas lo sa. Da 5 anni, per la verità, Anas non dovrebbe più occuparsi di autostrade perché ha dovuto cedere le competenze al ministero delle Infrastrutture. Con le autostrade abruzzesi, però, l'azienda delle strade guidata da Gianni Armani vorrebbe concedersi un'eccezione e sta tentando di rimetterci lo zampino sopra. Tutti sanno, dunque, tutti tremano per il pericolo e tutti concordano sull'urgenza di avviare i lavori. Ma i lavori non si fanno.
Mentre i ponti tentennano, il ministro Delrio, il concessionario Toto e l'Anas si fanno la guerra mandando all'assalto il meglio tra i principi del Foro, da Giulio Napolitano, figlio dell'ex capo dello Stato che sostiene Anas, a Vincenzo Fortunato, ex re dei gabinettisti ministeriali, assoldato da Toto. Per scongiurare l'effetto scalinamento ci vorrebbero circa 200 milioni di euro. E quei soldi ci sarebbero. Ma il contenzioso è proprio sui soldi. Per il momento quei quattrini sono parcheggiati in banca su un fondo intestato al gruppo Toto a disposizione dello Stato, in particolare del ministero delle Infrastrutture, ed equivalgono a 4 annualità del canone di concessione autostradale dovuto dallo stesso gruppo Toto. Quei soldi, però, li vuole l'Anas. Cinque anni fa Pietro Ciucci, allora ad dell'azienda delle strade intimò a Toto di versare il canone non al ministero nel rispetto della legge, ma nelle casse dell'Anas. Da abruzzese prudente, Toto pensò che stando così le cose era meglio par- cheggiare i quattrini in banca. Caduto Ciucci, la sua pretesa sulle autostrade abruzzesi è stata ripescata pari pari dal suo successore Armani e inevitabile ne è scaturito uno di quegli intricati contenziosi legali che fanno felici gli avvocati.
Coccolato in passato dai governi di tutti gli orientamenti politici, il gruppo Toto oggi non è nel cuore di Matteo Renzi e dei renziani, compresi i meno ferventi come il ministro Delrio. I quali stravedono invece per l'amministratore dell'Anas Armani. Il gruppo abruzzese è di fatto sotto schiaffo: alle sue autostrade sono stati concessi aumenti dei pedaggi inferiori rispetto alle altre e il Pef, il Piano economico finanziario alla base della concessione e degli investimenti è fermo da 3 anni. Visto l'andazzo, anche le banche non sono più prodighe come un tempo con il gruppo abruzzese.
Principi del foro L’azienda delle strade di Armani si fa difendere dal figlio di Napolitano I costruttori da Fortunato La scheda
TOTO VORREBBE fare i lavori sulle sue autostrade per evitare che si trasformino in una trappola e vorrebbe utilizzare proprio i 200 milioni accantonati, ma non glielo consentono. Nella querelle con l'Anas, Toto ha vinto il primo round al tribunale civile, ma mentre il procedimento prosegue in attesa degli altri gradi di giudizio, in soccorso dell'Anas arriva la cavalleria. Il viceministro Enrico Zanetti (Centristi) e il presidente Pd della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, hanno presentato emendamenti ad aziendamalla manovrina di bilancio il cui senso è: i soldi dei canoni devono andare all'Anas.
I PERICOLI In molti punti, dopo il terremoto del 2009, si sono rotti i giunti dei pilastri su cui poggia l'impalcato delle autostrade ed è altissima la probabilità che un altro terremoto possa provocare quello che in gergo si chiama scalinamento, gobbe sull'asfalto alte fino a un metro o scalini verso il basso della stessa dimensione.
IN CAUSA Lite tra ministero, Toto e Anas su chi deve usare i soldi per i lavori