Il Fatto Quotidiano

Montalbano va a caccia di bulli

IL ROMANZO Esce oggi l’indagine numero trenta del commissari­o ideato da Camilleri Una storia tra reale e virtuale, bullismo e computer, naturalmen­te con un mistero

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

I pescatori gettano le reti tra le onde. Dove tutto naviga: barche, spazzatura e morti. Andrea Camilleri venuto dal mare di Porto Empedocle conosce la fatica dei reziari (non i gladiatori, ma i pescatori) e in questo suo libro che esce oggi, La Rete di protezione, impegna Montalbano in un salto d’e p oc a : nell’oggi degli adolescent­i. Il pollice prensile dell’homo sapiens si aggiorna n el l’abilità digitante del web, il mondo di tutti e di nessuno e il commissari­o che ha solo la sapienza del “perché”– il battito di ciglia di Andromaca, uguale a quello di Penelope – nel vociare delle scuole, nell’apnea delle camerette dei ragazzini, nella lesta volatilità globale dove tutto naviga scova il futuro.

Quello che vale per il mare aperto regola, infatti, Internet. E le rotte nell’oceano della conoscenza – gli interrogat­ivi cui trovare risposte – si risolvono in una sola domanda, anzi, in una richiesta: help!.

Un ragazzino cerca aiuto in rete per sfuggire ai bulli ma anche il computer – soggetto all’assalto dei virus – chiede protezione e s’a ggrappa a ciò che nel mare grande dei pirati, dei vascelli senza bandiera e degli anonimi, precetta e regola. Reclamano una bussola, sia l’hardware, sia l’alunno della scuola “Pirandello” di Vigata e nel navigare è sempre e solo una la domanda, appunto, una la richiesta: protezione.

QUINDICI secondi sott’a cqua, avvolti dalla profondità – a occhi chiusi – accendono di risposte tutti i perché, e cioè tutte le possibili protezioni, e Camilleri, portando il suo Montalbano a scandaglia­re l’esistenza più che la contingenz­a, offre in questo libro un inedito canone di letteratur­a, non certo un capitolo d’intratteni­mento.

C’è la famosa scrittura di Camilleri in Rete di Protezione ma c’è ancora di più: la costruzion­e di una pagina letteraria per la prima volta non scritta ma dettata. Lo attesta la nota dell’ultima pagina e l’orecchio, alla lettura, se la gode per intero questa lingua orale, socratica e perciò immune dalla fissità della parola morta.

Figurarsi se Camilleri resti inchiodato a un genere e, infatti – giallo, poliziesco, opera popolare che sia – in questo nuovo Montalbano non c’è un morto su cui indagare piuttosto un muro. Il commissari­o, meraviglia­ndo tutti, vi si perde. Vi lavora nei ritagli di tempo, giusto per curiosare nella memoria degli anni 50, e porta alla luce la storia terribile e struggente di due fratelli, uno dei quali – troppo adulto per restare bambino – amato di quell’amore malato, senza rete di protezione, che la voce di Camilleri restituisc­e in delicatezz­a. Una coppia di fatto come tante, nei paesi.

Camilleri riesce come pochi – come Borges ormai, ben più che Simenon – a strappare la verità più che la realtà dalle atmosfere in cui cala i beniamini del suo pubblico, sempre più numeroso nel mondo, coinvolto al punto nella miscela di storie e caratteri da

Lo scrittore stupisce per come sa spiegarsi e spiegare i millennial­s e l’infanzia come nessun quarantenn­e saprebbe fare

goderne il completo carosello delle combinazio­ni. Come accade per il manicomio paesano di una troupe svedese arrivata in Sicilia per girarvi una fiction (fino a svelare un’idiosincra­sia del commissari­o forse condivisa dall’autore…).

I PERSONAGGI, da Livia a Catarella, raccontano il contesto e la contempora­neità e non certo il contrario, com’è purtroppo tipico della deriva narrativa degli egolatri, e quercia qual è Camilleri stupisce per come sa spiegarsi e spiegare i millennial­s e l’infanzia come già nessun quarantenn­e – o anche un Echo Boomers – saprebbe fare. E senza una sola oncia di acidità moralistic­a. Se c’è felicità di sorriso ne ll’accogliere il mondo nuovo, infatti, senza mai lo

gna-gna del bel tempo che fu, è tutta qui. Dalla sua postazione di lavoro Camilleri studia e coglie, fin nel dettaglio di una rinnovata antropolog­ia, i segni e i presagi di “giornate di prima qualità”. Post scriptum “Ulisse”, racconta Montalbano, “tenta, parlando con Ettore, di scongiurar­e l’inizio della guerra di Troia; e quando Ettore, stupito, gliene domanda la ragione, Ulisse risponde: perché Andromaca, tua moglie, ha lo stesso battito di ciglia di Penelope”.

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 ?? Ansa/LaPresse ?? Nuovo record in tv Sopra, Luca Zingaretti nei panni di Montalbano. Accanto, Andrea Camilleri
Ansa/LaPresse Nuovo record in tv Sopra, Luca Zingaretti nei panni di Montalbano. Accanto, Andrea Camilleri

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