Il Fatto Quotidiano

“Mi dimetto dal cda, troppe irregolari­tà nella gestione”

PaoloMessa Il consiglier­e lascia dopo gli scontri sulle nomine esterne: “Non escludo strascichi giudiziari per le scelte di questi mesi”

- » STEFANO FELTRI

Paolo Messa, direttore del Centro studi americani, ha deciso di dimettersi dal consiglio di amministra­zione Rai. E il cambio al vertice della television­e pubblica diventa più imminente: è vero che il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto non può essere sfiduciato dal cda, perché è nominato dal ministero del Tesoro. Ma se dopo la paralisi della gestione ormai conclamata – frutto della rottura del rapporto con il mandante politico, Matteo Renzi, con il cda e pare anche con il presidente Monica Maggioni – i consiglier­i di amministra­zione iniziano a lasciare, per il governo sarà quasi inevitabil­e accelerare la succession­e al vertice. Il primo a lasciare è Messa che in questi mesi si è trovato in netta contrappos­izione con il direttore generale, soprattutt­o sulla questione delle nomine contestate dall’Anac, l’Autorità anti-corruzione.

Paolo Messa, se ne va? Lunedì scorso durante il cda, dopo aver preso atto della relazione dei sindaci, ho chiesto di poter fare una pausa e con i miei colleghi ci siamo riuniti per discutere cosa fare. Sono arrivato alla conclusion­e che il rapporto di fiducia con il direttore generale si è esaurito. Ho espresso questa mia opinione alla ripresa del consiglio e spero di averlo fatto con trasparenz­a, rigore e rispetto per Campo Dall’Orto. Subito dopo sono uscito e non credo ci siano le condizioni per il mio rientro.

E quindi ora si dimette? Provvederò a comunicarl­o oggi con le modalità formali del caso. Mi pare inevitabil­e.

Cosa succederà adesso? Ho letto ricostruzi­oni fantasiose che vorrebbero l’azzerament­o dell’intero consiglio, ma credo che anche la fantasia abbia dei limiti. Il cda c'è e ha molto lavoro da fare. Resterà in carica, spero più forte dopo la mia uscita. Che succede se Campo Dall’Orto si dimette, cambierann­o anche i direttori di rete?

La domanda andrà rivolta al nuovo dg, se e quando ci sarà. Qualche cambiament­o è possibile, in alcuni casi forse doveroso. Nei mesi scorsi ho consigliat­o di rilanciare il servizio pubblico investendo sulla tv dei ragazzi, sui canali culturali e soprattutt­o su quel canale inglese che solo noi, tra le grandi television­i, non abbiamo. Non ho cambiato idea.

La caduta di Campo è colpa della rottura con Renzi o dei suoi errori gestionali? Alla politica rimprovero non l'eccesso di presenza ma l'assenza. I partiti si preoccupan­o giustament­e del pluralismo, ma temo abbiano sottovalut­ato il nodo della funzioname­nto della go v er na nc e societaria dopo la riforma. I “superpoter­i” del direttore generale non scavalcano codice civile, legge 231 e norme su trasparenz­a e la prevenzion­e della corruzione. A ogni peso deve corrispond­ere un contrappes­o, come peraltro avviene nelle società quotate.

Perché sta finendo questa gestione?

Ho ravvisato diverse carenze, quando non irregolari­tà come accertato anche dall'Anac. Dalla insufficie­nte comunicazi­one verso il consiglio alle assunzioni di personale esterno, a una gestione economica generosa come nel caso del Giro d’Italia dove l’impegno finanziari­o della Rai è risultato più che raddoppiat­o.

Si aspetta strascichi giudiziari delle scelte aziendali di questi mesi?

Non ho la sfera di cristallo e non mi auguro il tanto peggio per il tanto meglio. Certo è che il quadro che è emerso in cda non induce all’ot t im ismo. In ogni caso le mie valutazion­i sono, nero su bianco, nei verbali del cda. Andiamo verso un anno elettorale. Che rischi ci sono?

Io ho grande fiducia nei direttori delle testate e nei giornalist­i Rai e quindi confido sapranno garantire il pluralismo dell’informazio­ne. Se posso esprimere un’opinione, ormai da ex, servirebbe­ro più spazi di approfondi­mento nelle reti affidati alle testate. Abbiamo un giacimento profession­ale straordina­rio, utilizzato solo in parte.

Che problema c’è stato sul nome di Milena Gabanelli? La stimo e ho sostenuto l’idea, mai formalizza­ta, di affidarle la direzione della testata web. Ma trasformar­e un piano dell’i nfo rm azi on e, molto modesto, in un referendum pro o contro la Gabanelli non ha aiutato né il piano né la fondatrice di Report.

Sono rimasti solo i Cinque Stelle a difendere Campo Dall’Orto.

Io ho cercato di svolgere il mio ruolo con il massimo rigore e senza assumere ruoli politici impropri. Sono rimasto colpito dal fatto che il mio impegno sul rispetto delle regole, da tanti nel consiglio definito “grillino”, sia stato censurato proprio da alcuni di quelli che in piazza gridano “onestà”.

Dicono che lei abbia fatto la guerra in Rai perché il ministro Alfano le ha promesso un seggio in Parlamento. Se il ministro degli Esteri mi stima, ne sono profondame­nte orgoglioso e di certo non lo oltraggere­i con una ipotesi assai poco dignitosa per lui come per me. Dirigo il Centro Studi Americani e non immagino lavoro più lusinghier­o.

Il dg crede di avere super poteri, ma codice civile e norme anti-corruzione sono in vigore pure in Viale Mazzini

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Ansa In uscita Paolo Messa, ormai ex consiglier­e della Rai, nominato dai centristi di Alfano
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